Israele potrebbe ritardare i colloqui con il movimento palestinese Hamas su un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza fino alle elezioni presidenziali americane di novembre, poiché il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ritiene che dopo le elezioni negli Stati Uniti la posizione di Washington su Israele e il conflitto di Gaza potrebbe cambiare, ha riferito Politico, citando un diplomatico del Medio Oriente.
“La nostra valutazione è che Netanyahu voglia guadagnare tempo fino alle elezioni di novembre”, ha detto il diplomatico al giornale. Netanyahu potrebbe anche ritardare i colloqui nel tentativo di compiacere i membri di estrema destra del governo o nella convinzione che Hamas sia ormai troppo indebolito, si legge nel rapporto.
A Gaza la guerra continua
Allo stesso tempo, il primo ministro israeliano potrebbe ritenere che dopo le elezioni in Usa sarà in grado di evitare la pressione che il presidente in carica degli Stati Uniti Joe Biden sta esercitando su di lui per fermare il conflitto armato nella Striscia di Gaza, aggiunge Politico.
Inoltre, Netanyahu si attende che Trump – se eletto – adotti una posizione più morbida nei confronti di Israele e una più dura nei confronti dell’Iran e dei suoi delegati, in particolare il movimento libanese Hezbollah. Ieri, l’ufficio di Netanyahu ha detto che i negoziatori israeliani continueranno giovedì le discussioni con i mediatori sull’accordo di cessate il fuoco a Gaza.
Gaza, Netanyayu assicura: “Israele rimarrà un alleato di Washington, indipendentemente da chi sarà eletto presidente”
Israele “rimarrà un alleato di Washington, indipendentemente da chi sarà eletto presidente”. Così il primo ministro Benjamin Netanyahu, prima di partire per una visita negli Stati Uniti. Il premier ha parlato ai media mentre era accanto a Noa Argamani, ostaggio di Hamas e liberata il mese scorso.
Qualche istante prima di partire per Washington, Netanyahu ha salutato gli ostaggi liberati e le famiglie degli ostaggi. Il primo ministro ha spiegato che sarà impegnato in “un viaggio molto importante negli Stati Uniti in un momento in cui Israele combatte su sette fronti e in cui c’è grande incertezza politica a Washington”.
“Cercherò di consolidare il sostegno bipartisan che è così importante per Israele. E dirò ai miei amici su entrambi i lati della navata che, indipendentemente da chi il popolo americano sceglierà come prossimo presidente, Israele rimane il suo alleato più indispensabile e più forte in Medio Oriente”, ha aggiunto, secondo quanto riportato dalla stampa israeliana.