Dopo otto mesi di guerra a Gaza e sempre meno iniziative da parte del governo di Benjamin Netanyahu per arrivare al rilascio degli ostaggi ancora in mano ai terroristi di Hamas, continua a montare la protesta dei familiari. Come accade ormai quotidianamente, anche oggi i manifestanti sono scesi in piazza in tutto Israele con cortei e azioni per chiedere all’esecutivo di Tel Aviv di raggiungere un accordo per l’immediato rilascio delle persone sequestrate da Hamas lo scorso 7 ottobre.
Secondo quanto riportano i media israeliani, i partecipanti alle manifestazioni hanno bloccato l’autostrada Ayalon a Tel Aviv, nel quinto giorno della ‘Settimana dei disordini’. Tra le persone che stanno bloccando il traffico ci sono, tra gli altri, Yifat Calderon, il cui cugino Ofer Calderon è tenuto in ostaggio, e Shay Moses, nipote di Gadi Moses.
A Gaza gli ostaggi hanno le ore contate. Secondo il Wall Street Journal, dei prigionieri israeliani ancora in mano ad Hamas, soltanto 50 sono ancora in vita mentre 66 sono già morti
Manifestazioni che sono state gelate da un articolo del Wall Street Journal secondo cui degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre, soltanto 50 sarebbero ancora in vita. Si tratta di un numero sensibilmente inferiore rispetto alle stime del governo Netanyahu. A fornire il dato al popolare e rinomato quotidiano statunitense, sono stati i mediatori impegnati da settimane nei negoziati di pace al Cairo e anche un funzionario americano che segue il dossier per conto dell’amministrazione di Joe Biden.
Stima del Wall Street Journal, che si basa in parte anche su dati dell’intelligence israeliana secondo cui a fronte dei 50 ostaggi ancora in vita, ce ne sarebbero ben 66 che sarebbero già morte, ossia 25 in più di quanto dichiarato pubblicamente da Israele. Decessi che, secondo lo scoop giornalistico, sarebbero stati causati dagli incessanti bombardamenti sulla Striscia di Gaza.