A Doha riprendono oggi i negoziati tra i mediatori per fermare la violenza nella striscia di Gaza. A confermarlo è stato il portavoce del Ministero degli Affari Esteri del Qatar, Majed bin Mohammed Al-Ansari. Secondo quanto riporta The Jerusalem Post, i mediatori di Qatar, Egitto e Stati Uniti hanno concluso una giornata “costruttiva” di discussioni su un possibile accordo. E in un comunicato ufficiale del ministero degli esteri pubblicato su X dall’Agenzia di stampa Qna, si legge che “i mediatori sono risoluti ad andare avanti per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia, che faciliterebbe il rilascio degli ostaggi e consentirebbe l’ingresso della maggior quantità possibile di aiuti umanitari a Gaza”.
I mediatori di Qatar, Egitto e Usa hanno concluso una giornata “costruttiva” di discussioni su un possibile accordo
Hamas afferma che il cessate il fuoco da Gaza deve includere il ritiro “completo” di Israele. Finora – ha riferito una fonte ad Haaretz – “i colloqui sono stati finora positivi e si sono svolti in uno spirito costruttivo”. Il Primo Ministro del Qatar, Mohammed Al Thani, ha contattato il ministro degli esteri ad interim dell’Iran dopo il primo ciclo di colloqui di ieri, per aggiornarlo sugli sviluppi e sulla necessità di mantenere la calma nella regione per consentire il proseguimento delle negoziazioni. Questo aggiornamento all’Iran, fornito verso la fine della giornata, indicherebbe – secondo il giornale israeliano – un coinvolgimento indiretto dell’Iran nelle negoziazioni. Inoltre, secondo quanto scrive il Washington Post, una fonte vicina al movimento sciita libanese Hezbollah ha dichiarato che il gruppo “non lancerà la sua operazione di ritorsione durante i colloqui in Qatar perché il partito non vuole essere ritenuto responsabile di aver ostacolato i negoziati o un potenziale accordo”. La fonte ha aggiunto che “la ritorsione può attendere; non è urgente né ha una scadenza temporale”.
Trump a Netanyahu: “Israele vinca rapidamente, le uccisioni finiscano”
L’ex presidente americano degli Stati Uniti, Donald Trump, secondo quanto riportano i media di Israele, ha detto ieri di aver consigliato al primo ministro israeliani Benjamin Netanyahu quando si sono incontrati il mese scorso di “ottenere rapidamente la vittoria” perché “le uccisioni devono finire” nella Striscia di Gaza. Nella conferenza stampa convocata ieri da Trump in New Jersey, al candidato repubblicano alle Casa Bianca è stato chiesto se incoraggiasse Netanyahu a non accettare un accordo di cessate il fuoco con Hamas. Il tycoon ha negato di averlo fatto, affermando che Netanyahu “sa quello che sta facendo. L’ho incoraggiato – ha spiegato Trump – a farla finita in fretta, ‘ottieni la tua vittoria e finiscila’. Deve finire, le uccisioni devono finire”.
Più tardi, in un evento sulla lotta all’antisemitismo, Trump ha criticato gli appelli a una tregua nella Striscia di Gaza lanciati da mesi dalla sua rivale democratica Kamala Harris. “Fin dall’inizio” la vicepresidente Usa “ha lavorato per legare le mani dietro la schiena a Israele, chiedendo sempre un cessate il fuoco immediato”, cosa che “darebbe solo ad Hamas il tempo di riorganizzarsi e lanciare un nuovo attacco in stile 7 ottobre”, secondo il tycoon. “Darò a Israele il sostegno di cui ha bisogno per vincere, ma voglio che vinca velocemente”, ha ribadito l’ex presidente americano.
In un’intervista a Fox News il candidato repubblicano aveva già invitato Netanyahu a “concludere” l’offensiva
Il quotidiano Times of Israel mette in evidenza come la frase “le uccisioni devono finire” sia la cosa più vicina a una prima critica diretta di Trump alla prosecuzione della guerra dello Stato ebraico nell’enclave palestinese. Meno di un mese fa in un’intervista a Fox News il tycoon aveva già invitato Netanyahu a “concludere” l’offensiva nella Striscia di Gaza, ammonendo che “l’immagine di Israele nel mondo si sta offuscando: bisogna finirla rapidamente, non deve durare oltre, è troppo lunga”, aveva detto Trump.