La riunione dell’Eurogruppo in Lussemburgo è la prima tappa. Sul tavolo, la procedura di infrazione contro l’Italia per violazione della regola sul debito. E ieri, alla vigilia dell’appuntamento, è arrivato un altro avvertimento al Governo italiano dal solito Pierre Moscovici. “La palla è ora nel campo italiano, dobbiamo vedere un percorso credibile per il 2019 e il 2020 – ha tagliato corto il Commissario uscente agli Affari economici e monetari -. Restiamo pronti a prendere in considerazione ogni nuovo elemento che l’Italia potrà presentare ma non perdiamo tempo”.
Già martedì scorso, del resto, gli sherpa del Comitato economico e finanziario hanno avallato le conclusioni della Commissione Ue, ritenendo “giustificata” la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. La discussione tra gli esperti del Tesoro dei vari Stati membri si è svolta in un clima “costruttivo” riferiscono fonti del Consiglio. Mentre Moscovici ha ricordato i numeri che descrivono il fardello italiano: un debito pubblico che volerà al 135% del Pil l’anno prossimo, e pesanti interessi sul debito per i quali l’Italia spende 65 milioni di euro l’anno. “Si tratta di fondi che potrebbero essere utilizzati per la crescita e l’occupazione” ha sottolineato il commissario, aggiungendo che “il debito pubblico è un fatto maggiore di vulnerabilità ed è nell’interesse dell’Italia affrontare il problema, perciò la Commissione insiste che deve ridurlo, e siamo molto seri”.
Il dibattito politico all’Eurogruppo servirà alla Commissione europea, guidata ancora per poco da Jean Claude Juncker per ricevere un mandato sulla linea più o meno morbida da tenere nei confronti dell’Italia. Le regole europee prevedono 4 mesi dalla notifica dei dati sul debito da parte di Eurostat (quindi fine luglio). Ma tutto dipenderà dalla capacità di del ministro Giovanni Tria di instaurare un dialogo con le autorità Ue. E non sarà facile convincerle.