di Stefano Sansonetti
La realtà è che non si è mai defilato. Ha lasciato credere che si sarebbe accontentato del profilo scientifico da professore dell’istituto parigino di studi politici Sciences-Po. Ma qualche giorno fa ha accettato un incarico, sfuggito ai più, destinato a far riflettere sulle sue ambizioni. Enrico Letta, ex presidente del consiglio che vede come fumo negli occhi l’attuale premier Matteo Renzi, ha appena accettato l’incarico di senior advisor di Eurasia Group, centro di analisi di rischio geopolitico basato a New York e molto ascoltato da Stati e multinazionali. Per carità, non è la prima volta che Letta ha a che fare con grandi centri, think tank o pensatoi internazionali.
I PRECEDENTI. Per tanto tempo è stato vicepresidente dell’Aspen e ancora oggi il suo nome compare nella lista dei membri della Trilateral. Ma stavolta dietro al suo approdo a Eurasia Group sia intuisce un movimento di persone molto interessante. Tanto per dirne una, il presidente di Eurasia è Ian Bremmer, politologo americano che scrive su un’incredibile quantità di giornali. E questa è l’attività nota agli addetti ai lavori. A quasi tutti, invece, sfugge che Bremmer nel 2015 è stato insignito dell’onorificenza di commendatore dal presidente della repubblica Sergio Mattarella. Il cui ufficio di segreteria, per inciso, è guidato da Simone Guerrini, amico d’infanzia di Letta ed ex Dc come l’ex premier (e come il Presidente della repubblica). Insomma, a qualcuno pare di vedere un filo che dall’avventura di Letta in Eurasia porta al Quirinale. Probabilmente sono suggestioni. Ma gli osservatori più attenti non si sono certo fatti sfuggire l’operazione. Anche perché, a quanto pare, sono anche altri i rapporti che in qualche modo uniscono Eurasia all’Italia.
IL DETTAGLIO. Tra i maggiori clienti del centro con sede a New York, per esempio, c’è da tempo l’Eni, il colosso petrolifero oggi guidato dall’Ad Claudio Descalzi. Nell’advisory board di Eurasia, tra l’altro, figura ancora oggi Enzo Viscusi, ex vicepresidente Eni, molto legato a Bremmer. E non va dimenticato che nel consiglio di amministrazione del Cane a sei zampe siede Fabrizio Pagani, capo delle segreteria tecnica del ministero dell’economia, ma soprattutto ex consigliere economico di Letta a palazzo Chigi (in realtà il loro legame è ancora più risalente nel tempo). Di sicuro Letta ha incassato un incarico in un centro internazionale che fa pensare. E’ ancora davanti agli occhi di tutti il volto dell’ex presidente del consiglio nel giorno del passaggio di consegne a Renzi. Un’espressione che lasciava intuire sin da quel momento la voglia di rivincita. Magari i tempi non sono ancora maturi. Ma con il Pd per l’ennesima volta in fibrillazione, almeno a parole, e le difficoltà che Renzi deve fronteggiare in materia economica ed europea, il terreno per qualche mossa potrebbe essere fertile. E chissà che il filo tra Eurasia, Mattarella e lettiani in Eni non sia una piccola spia di qualche lavoro in corso.
Twitter: @SSansonetti