di Francesco Bonazzi
In Campania c’è un signore che è la prova provata di come la giustizia che si accanisce senza successo su un politico e sulla sua famiglia sia meglio di una polizza vita (sempre che uno non ci lasci le penne prima). La voce girava da un paio di mesi, ma adesso c’è il via libera di Silvio Berlusconi: l’eterno Clemente Mastella si candiderà sindaco di Benevento con l’appoggio di Forza Italia e se la dovrà vedere, più che con il Pd, con il Movimento Cinque Stelle. Ovvero politica 2.0 contro scudo crociato reloaded. Casaleggio versus De Mita. Politicamente, sono ere geologiche. Non che l’ex guardasigilli ulivista, ma anche ex ministro del Lavoro con Berlusconi, sia particolarmente anziano: ha 69 anni, ovvero la stessa età di Antonio Bassolino (che corre per se stesso a Napoli) e dieci anni in meno del Cavaliere. Lui, il padrone di Forza Italia, in fondo ha sempre avuto un debole per questo ex giornalista di mamma Rai dall’aria sveglia, simpatico, amico di tutti, che senza essere mai stato un vero uomo di potere ha passato gli ultimi sette anni della sua vita a difendersi.
CALVARIO – “Il mio torto, la mia colpa da scontare, è che ho fatto cadere il governo Prodi nel 2008”, ha sempre ripetuto Mastella ai suoi amici. E in effetti a gennaio del 2008, a casa Mastella, arrivò un primo siluro: gli arresti domiciliari per la moglie Sandra Lonardo, presidente del consiglio regionale campano. Lui, che a donna Sandra è legatissimo, chiese solidarietà a Prodi e alla sua traballante maggioranza, non la ottenne e nel giro di una settimana si dimise facendo cadere il governo di centrosinistra. Berlusconi, che trafficava in ogni modo per conquistare senatori e ottenere lo stesso scopo, brindò e gli rimase sempre grato, candidandolo per Forza Italia alle Europee. Mastella e la sua famiglia intera, ad eccezione della figlia, furono colpiti da un’impressionante serie di inchieste per corruzione e concussione, compresa un’indagine imbastita proprio dallo stesso pm Luigi De Magistris, che poi sarebbe diventato sindaco di Napoli nel 2011.
SINDACI-PM – Il sindaco arancione, quando il processo “Why not” andò a schiantarsi, fu condannato a pagare 20 mila euro a don Clemente. Magra, magrissima soddisfazione. L’ultima stazione di questa via crucis è stata l’assoluzione, nell’ottobre scorso, di un’ex magistrata del Tribunale di Napoli che era stata accusata da un collega di tentata corruzione in atti giudiziari. In pratica, la donna avrebbe fatto pressioni in favore di Mastella. Ma non era vero niente. Mastella adesso ha tanta voglia di prendersi delle rivincite e la sua risalita partirà da Benevento. Sulla sua pagina Facebook, il 10 gennaio scorso, aveva scritto con sapienza democristiana: “Un giornale locale stabilisce già le mie alleanze. Io ho iniziato un percorso di ascolto e al termine passerò dalla disponibilità alla eventuale candidatura”. Ecco, ora ha “ascoltato” a sufficienza e si candida. Con buona pace di Nunzia De Girolamo, che da anni cerca di seppellire politicamente proprio Mastella. A convincere Nunzia penserà Berlusconi.