di Stefano Iannaccone
La formula delle dimissioni in bianco applicata all’apertura di un mutuo. Una scena nota per tanti lavoratori, che in questo caso avrebbe come protagonisti gli acquirenti di un immobile. Che potrebbero firmare un atto di autorizzazione alla banca, dando il via libera per trasferire il possesso della casa, ovviamente se sussiste il mancato pagamento. Il rischio è stato denunciato dal gruppo Alternativa Libera-Possibile, nel corso dell’iter della legge che recepisce la direttiva europea sui contratti di credito ai consumatori. Il blitz della maggioranza potrebbe realizzarsi in un cavillo presente nella proposta di parere del relatore, Giovanni Sanga (Pd). Che subisce un’accusa ben precisa: “Gli istituti di credito potranno farsi firmare l’autorizzazione al momento della stipula del mutuo e usarla successivamente in caso di inadempimento”. Dopo le tensioni sui mesi per l’esproprio, passati da 7 a 18 mesi, si apre un nuovo fronte. Non meno delicato. Così la votazione del parere in commissione Finanze alla Camera è slittata di un giorno: secondo il calendario avrebbe dovuto svolgersi ieri. Ma per fare in modo che i pareri arrivassero insieme a quelli del Senato, a Montecitorio è stato scelto lo spostamento di qualche ora. Un tempo che non basterà a riportare la calma.
IL MECCANISMO – Ma come funziona la norma contestata? Il testo sostiene che “in caso di inadempienza il trasferimento dell’immobile oggetto della garanzia avviene mediante separato atto di disposizione del bene stesso da parte del debitore”. Dunque, è lo stesso debitore che avalla il passaggio, in un atto volontario. Alternativa Libera-Possibile, però, non ci sta. Perché non viene indicata alcuna data precisa: per questo potrebbe avvenire, di fronte a un comportamento poco trasparente, anche al momento della stipula del contratto. Esattamente come accade per il fenomeno delle dimissioni in bianco, con il dipendente che contestualmente al contratto sigla la rinuncia volontaria, lasciando vuota la casella della data. E concede al datore di lavoro la facoltà di liberarsene a piacimento, inserendo la data delle dimissioni. Solo che al posto del titolare delle aziende ci sarebbero le banche.
OPZIONE GRATIS – “Se il governo avesse voluto inserire una tutela effettiva, avrebbe dovuto prevedere che tale atto dovesse essere reso in data certa, successiva alla stipula del mutuo. Magari anche gratuitamente davanti ad un ufficiale delle stato civile in Comune o in Circoscrizione”, spiegano i deputati di Alternativa Libera-Possibile. Non è bastato perciò l’allungamento da 7 a 18 mesi di inadempienza per avviare l’esproprio né l’introduzione dello “schermo” per il debitore, ossia l’estinzione del debito che avviene a prescindere dalla cifra con cui viene ceduto l’immobile espropriato. Il problema di fondo per le opposizioni resta il fatto che la banca può prendersi la casa, senza passare dal giudice.
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