di Stefano Sansonetti
Un’operazione troppo farraginosa per essere archiviata in quattro e quattr’otto, come invece hanno fretta di fare tutte le parti in causa. Ma il caso, se scandagliato a fondo, è in grado di delineare i contorni di un super favore a Etihad e a qualche colosso internazionale del leasing fatto direttamente dai cittadini italiani e, almeno in parte, dall’Alitalia. Al centro della scena c’è sempre l’ormai famoso Airbus A340-541, ingaggiato da palazzo Chigi formalmente per consentire al premier Matteo Renzi di fare lunghi viaggi di Stato senza scalo. Ma la sostanza è ben altra. E può essere letta come una sorta di frutto avvelenato dell’accordo che ha portato Etihad a salvare l’allora comatosa ex compagnia di bandiera rilevandone il 49% del capitale.
LA FILIERA
Per scoprire l’esito ultimo dell’operazione, ovvero il possibile “favorone”, bisogna fare un piccolo passo indietro. Venerdì scorso, dopo l’uscita dell’articolo de La Notizia, Alitalia ha precisato che “l’aeromobile, nella disponibilità di Alitalia in base ad un accordo con il proprio partner industriale, sarà destinato al servizio dei voli di Stato in conseguenza di un contratto di leasing – stipulato alle usuali condizioni di mercato – tra Alitalia e il Ministero della Difesa”. L’ex compagnia di bandiera si è impegnata “a garantire la manutenzione ordinaria nell’ambito del contratto di leasing”, ma a suo dire “l’intera operazione non comporta alcun costo per Alitalia”. Alcuni dati, prima del tutto inediti, sono così emersi. Il primo: a valle c’è un contratto di leasing relativo all’Airbus tra Alitalia (e non Etihad come veicolato in un primo momento) e il Ministero della Difesa, che quindi dovrebbe pagare i canoni di leasing. Il secondo: più a monte c’è un altro “accordo”, stavolta tra Etihad e Alitalia per mettere l’Airbus a disposizione della compagnia presieduta da Luca Cordero di Montezemolo. Ma che tipo di “accordo” è quello a cui ha fatto riferimento Alitalia nel comunicato di venerdì? E’ un contratto tra Etihad e Alitalia? E’ un leasing? Rispondere a queste domande sarebbe fondamentale per far luce con trasparenza sulle vere ragioni dell’operazione. Ma Alitalia, interpellata ieri da La Notizia, si è limitata a ribadire i contenuti del comunicato. Che però è un bel po’ vago. Qualche giorno prima era stata l’Aeronautica militare, che gestisce la flotta di Stato, a dire che “per quanto riguarda l’Airbus A340, Etihad ha concesso il leasing ad Alitalia”. Sondata nuovamente ieri per capire meglio cosa significhi che “Etihad ha concesso il leasing ad Alitalia”, l’Aeronautica ha risposto che non è in grado di fornire “informazioni aggiuntive che non sono di nostra competenza”. Insomma, tutto tace. Ma a quanto filtra anche tra Etihad e Alitalia c’è un contratto di leasing. E siamo a due. Che senso ha tutto questo?
LO SVILUPPO
Qui, secondo quanto risulta a La Notizia, la catena potrebbe essere chiusa facendo un passaggio ulteriore. Etihad, come spesso ha fatto in passato e come fanno tutte le compagnie, all’epoca ha acquisito l’Airbus in leasing. I due principali colossi del settore sono Ilfc (International lease finance corporation), ora controllato da AerCap, e Gecas, del gruppo General Electric. A quanto pare Etihad, che ieri non ha fornito risposte sul punto, non avrebbe ancora finito di pagare il leasing originario a uno di questi grandi gruppi. E allo stesso tempo non avrebbe visto l’ora di liberarsi di un aeromobile del 2006 di cui non sapeva più cosa fare. E così, complice il più vasto accordo di ingresso nel capitale di Alitalia, avrebbe sfruttato la situazione per “sbolognare” alla stessa Alitalia e al Governo un aeroplano che era e resta inutile per tutti. Ma per il quale i contribuenti pagheranno un conto salato: si stima tra i 200 e i 300 mila euro al mese per un’imprecisata durata del leasing (saranno anni).
Twitter: @SSansonetti