di Marco Castoro
Nel calcio quando due squadre adottano lo stesso modulo si dice che giocano a specchio, si affrontano in maniera speculare. Il principio vale anche per due testate come La Repubblica e La Stampa. Da quando Mario Calabresi ha preso il posto di Ezio Mauro alla guida del quotidiano romano i due giornali adottano lo stesso modulo. E sono in voga anche gli scambi di giornalisti tra le testate. Dispetti o sinergie? Mah. Prima delle conclusioni veniamo ai fatti. La Stampa di Calabresi non aveva un pool di giornalisti per le inchieste. Il suo sostituto Maurizio Molinari l’ha messo in campo. È stato uno dei suoi primi cambiamenti. A capo della struttura ha scelto il responsabile della redazione romana, Andrea Malaguti. Da qualche giorno anche a Repubblica si sta pensando alle inchieste. Calabresi, pure lui, vuole un pool. E intanto sta per soffiare alla Stampa la corrispondente di Berlino Tonia Mastrobuoni. Per contro Molinari come capo della redazione romana ha scelto un ex Repubblica, Francesco Bei, per sostituire Malaguti. Quindi i due direttori si stanno facendo i dispetti? Oppure si stanno posizionando per gettare le basi su un polo editoriale che possa essere l’antagonista al Corriere? In prospettiva – chissà – magari si potrebbe assistere a scenari inimmaginabili fino a qualche tempo fa. Tipo la vendita di Repubblica da parte dell’ingegner De Benedetti. Se ciò dovesse accadere magari il Gruppo Fiat potrebbe essere interessato, visto che al Corriere non è facile comandare, neanche come azionista di maggioranza.
AZZALINI FA RICORSO – “La nostra missione è innanzitutto quella di essere credibili, di ripagare senza la minima eccezione il patto di fiducia che il nostro ruolo e la nostra missione prevedono con i cittadini. Ottenere qualche punto di share in più a scapito del rapporto fiduciario non è ammissibile”. Così in sintesi il dg Campo Dall’Orto, poche ore dopo la decisione di licenziare il capostruttura Azzalini, ritenuto responsabile dalla Rai del countdown sballato di Capodanno. Secondo la Rai, infatti, gli elementi emersi nel corso dell’istruttoria hanno confermato la piena responsabilità del dirigente, la cui difesa si è basata su argomentazioni non veritiere e ulteriormente lesive dell’immagine dell’azienda che, a differenza di quanto da lui affermato, non ha mai attuato la prassi di anticipo dell’orario di Capodanno. Lo scontro tra le parti è comunque solo al primo round. Il capostruttura ha annunciato che impugnerà in sede giudiziaria il licenziamento. Ha dato mandato agli avvocati Domenico D’Amati e Giorgio Assumma. “Al magistrato – ha spiegato Azzalini – sarà chiesto di acquisire i documenti aziendali negati alla difesa durante il procedimento”.
STATUA MERLINO – La conduttrice de L’Aria che tira su La7 ha annunciato la puntata senza farsi vedere, nascosta dietro una struttura scenica. Myrta Merlino ha scelto di commentare così la scelta dei Musei Capitolini di coprire i nudi in occasione della visita del presidente iraniano Rouhani a Roma.