di Stefano Sansonetti
Il finanziamento pubblico della politica, si sa, è destinato a scemare drasticamente sotto i colpi impalacabili dell’antipolitica. Ma la casta del parlamento non si arrende. E pur di arraffare qualcosa si mette addirittura a “mendicare” il 5 per mille Irpef dei contribuenti italiani. Del resto, dopo le prime difficoltà ad andare a regime, il meccanismo con cui i cittadini possono finanziare onlus e organismi di volontariato può vantare uno stanziamento della bellezza di 400 milioni di euro. E cosa fa la politica? Di certo non resta a guardare e tenta di mettere le mani sul “tesoretto” sguinzagliando il mondo delle fondazioni e associazioni vicine ai partiti. Tutte, in questi giorni, dai loro siti internet stanno chiedendo ai contribuenti di versare parte della loro Irpef. Tra i casi più eclatanti c’è quello della fondazione Nuova Italia di Gianni Alemanno. Sulla home page c’è in bella evidenza un richiamo alla possibilità di destinare all’organismo il 5 per mille. Dopodiché segue una veria e propria “letterina” che porta la firma dello stesso Alemanno. “La scelta di destinazione del 5 per mille non è assolutamente alternativa alla destinazione già da tempo esistente dell’8 per mille”, si legge nel testo come premessa quasi a evitare equivoci. Inoltre, prosegue la comunicazione, “in nessun modo questo contributo aumenterà le imposte da te dovute, ma ti darà soltanto la possibilità di decidere a cosa destinare una quota delle tasse da te versate”. Sembra evidente l’intenzione di far capire al contribuente che la scelta di aiutare economicamente la fondazione Nuova Italia è semplice e non comporta particolare fatica. Ma l’impressione che l’invito si trasformi in supplica è forte.
Per carità, non c’è nulla di illegittimo nell’avanzare questo tipo di richiesta. Rimane però la questione se sia opportuno che una fondazione politica si inserisca nelle liste di enti che vengono finanziati per obiettivi come il volontariato o la ricerca. Che c’entrano le fondazioni animate dai parlamentari e politici nostrani con questi obiettivi?
Per non parlare della fondazione Italianieuropei, pensatoio presieduto dagli ex presidenti del consiglio Massimo D’Alema e Giuliano Amato, entrambi peraltro dati in questi giorni come papabili nella corsa alla presidenza della repubblica. Anche nella home page del sito internet di Italianieuropei c’è un finestra che mette in bella mostra la dicitura “5 per mille”. Cliccandoci sopra si arriva a una pagina ad hoc con una guida ragionata al versamento. La premessa è simile a quella della fondazione di Alemanno. Anche qui, infatti, si premette che “il 5 per mille è una quota di imposte a cui lo Stato rinuncia per destinarla alle organizzazioni non profit per sostenere le loro attività, quindi il 5 per mille non ti costa nulla perché non è una tassa in più”. E ancora, “non si tratta di una tassa aggiuntiva, né di un sostituto dell’8 per mille, ma di un modo per scegliere a chi destinare parte dele proprie tasse, che andrebbero comunque allo Stato”. Insomma, pure qui l’impressione della supplica è piuttosto evidente.
Anche dalla home page del sito internet della fondazione Liberal si arriva a quella che può essere definita una guida ragionata al versamento. La Liberal, per inciso, è la “creatura” di Ferdinando Adornato, ex parlamentare del Pdl poi passato armi e bagagli all’Udc. Anche lui, come tutti gli altri colleghi, proprio non se l’è sentita di sottrarsi a questa sorta di “questua”. Più sfumata, ma neanche tanto, la posizione della Magna Carta, fondazione animata dal “saggio” di area Pdl Gaetano Quagliariello. Qui il riferimento al 5 per mille è contenuto in una pagine interna, ma la Magna Carta punta soprattutto a incassare sottoscrizioni per il suo decennale. E proprio in occassione della ricorrenza invita tutti a dare un “obolo”.
@SSansonetti