Se la politica batte il populismo quattro a zero, la realtà straccia le illusioni più del Barcellona in campo col Roccacannuccia. Guardiamo il bilancio di fine anno del Presidente del Consiglio. A sentire il premier il 2015 ha visto l’Italia decollare, il Jobs Act è un grande successo, l’Italicum addirittura un capolavoro. Sullo smog il governo è impegnato e chi contesta specula sui morti da inquinamento. Infine le solite promesse: tutti i truffati dalle banche avranno indietro i loro soldi. Applausi. Lunghi servizi in tv e oggi altrettanti articoli sui giornali. Nel frattempo però lo smog è lo stesso. Se guardiamo ai numeri, e non ai disegni dei gufetti, vediamo che la crescita in Italia è stata quest’anno dello 0,7% contro l’1,6% della media Ue e il 3% della Spagna. Il Jobs Act ha creato 220mila posti meno delle stesse stime del Governo. I truffati dalla banche aspettano, sapendo che le promesse ci sono ma i soldi dei risarcimenti no. Le riforme, infine. Per definire capolavoro un Senato di nominati dalla Regioni ci vuole coraggio. Ma piuttosto che tornare al passato gli elettori diranno sì al referendum. Così passiamo dai gufi al pavone. Senza volare mai.
L'Editoriale