Vacanza senza fine per gli onorevoli italiani. E pazienza se in gioco c’è l’analisi di provvedimenti a dir poco delicati come quelli sull’Ilva, sulle riforme costituzionali e sugli appalti. Con pandori e panettoni alle porte non ce n’è per nessuno. Dopo un ponte dell’Immacolata lungo 10 giorni, i deputati sono pronti a concedersi altri venti giorni di vacanza. In totale quasi un mese di ferie, un lusso anacronistico in un Paese che dovrebbe aver fretta di ripartire. Con il via libera dell’Aula al collegato ambientale, la Camera dei deputati chiude i battenti per le vacanze natalizie e riaprirà lunedì 11 gennaio. I deputati resteranno in vacanza per 19 giorni consecutivi. Se si escludono i festivi, i sabati e le domeniche, i giorni complessivi di ferie, calendario alla mano, sono in tutto 10.
IL CALENDARIO – Anche il Senato va in vacanza: ultimo round dei lavori dell’Aula ieri con il via libera definitivo alla legge di Stabilità e alla riforma Rai. Poi, i senatori resteranno in vacanza fino al 12 gennaio, per un totale di 20 giorni, che si riducono a 11 se si conteggiano solo i giorni feriali. L’Aula di Montecitorio è convocata per lunedì 11 gennaio alle ore 11, con all’ordine del giorno la discussione generale sul decreto Ilva (voto finale previsto il 13 gennaio) e il voto finale sulle Riforme costituzionali. L’Assemblea di palazzo Madama riprenderà i lavori martedì 12 gennaio, nel pomeriggio, con le nuove norme sugli appalti. Tra l’altro, come svelato da La Notizia del 16 novembre scorso, proprio alla viglia di Natale la Camera si è fatta un bel po’ di regali. Per carità: non parliamo di cifre spropositate. Ma è pur vero che, cumulando i vari acquisti, la spesa non è poi così moderata. Ma si sa: “a Natale si può dare di più”, come recita il jingle pubblicitario. E allora ecco che solo pochi giorni fa Montecitorio ha speso circa 4 mila euro per una “fornitura di dispositivi Apple”. Tutto legittimo, per carità. Anzi, paradossalmente per questi accessori si è speso meno di quanto, nello stesso periodo, si sia speso per panchine e armadietti, per i quali se ne sono andati circa otto mila euro.
REGALI – Ma non basta. Perché ecco spuntare poi nuove compere. Dalle vaschette biodegradabili (6.200 euro) fino alla “fornitura di materiale di consumo bio compostabile per il reparto ristorazione” (2.400 euro). Senza dimenticare, per carità, le stampanti, per cui si è speso quasi 40 mila euro. Stampe a tutto gas, dunque. Ma c’è sempre spazio per prevedere commesse da affidare, tramite apposito bando, all’esterno. E allora ecco l’appalto aggiudicato poche settimane fa per non meglio precisati “lavori di stampa tipografica” per quasi 90 mila euro. Spese importanti, insomma, che andranno a fare il paio con altre di prim’ordine sostenute quest’anno da Montecitorio: dalle lampade per ogni tipo (a led, a sospensione, a parete, a tavolo, per oltre 40 mila euro), alle scarpe antinfortunistica, dagli appendiabiti (11 mila euro) fino ai 10 mila euro spesi per videocassette (per stare a passo coi tempi, insomma).