di Carmine Gazzanni
Tanto abbiamo pagato e tanto continueremo a pagare. Perché in tema di ambiente non siamo di certo, per usare un eufemismo, uno dei Paesi più nobili dell’Unione Europea. Ben venga pertanto partecipare alla Cop21, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite, ma bisogna innanzitutto risolvere i problemi (non pochi) che abbiamo in casa nostra. A dirlo, d’altronde, alcuni numeri: 2, 100, 19. Partiamo dal primo. Delle quattro condanne inflitte dall’Ue all’Italia per infrazioni di direttive comunitarie, due riguardano questioni ambientali. La metà. Tali condanne ci hanno portato, secondo l’ultimo aggiornamento del dipartimento alle politiche europee, a sborsare un bel po’ di soldi. Quanto, in concreto? Ecco che arriviamo al secondo numero: 100. Milioni, appunto. Nel solo anno appena trascorso. Ma non è finita qui. Perché siamo ancora a rischio condanna. Specie, manco a dirlo, per questioni ambientali. Contro il nostro Paese, infatti, Bruxelles ha aperto, per cause legate a salute e ambiente, ben 19 procedure di infrazione. Ed eccoci al terzo numero del nostro pallottoliere.
QUANTO ABBIAMO PAGATO – La questione, come si vede, è di assoluta priorità. Anche da un punto di vista economico. Le due delle quattro sanzioni “ambientali” inflitte all’Italia a cui si faceva riferimento prima, infatti, riguardano la vera e propria strage in Campania per la mala gestione delle discariche, mentre l’altra, più generale, la “mancata adozione dei provvedimenti necessari per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente”. Ma arriviamo al conto. Quanto ci costeranno solo queste due condanne? Una barca di soldi. Per quanto riguarda la questione campana, infatti, l’Italia è tenuta al pagamento di una somma forfettaria di 20 milioni di euro e di una penalità di 120mila euro per ciascun giorno di ritardo, dalla data della pronuncia della sentenza di condanna e fino alla completa esecuzione della sentenza che ha dichiarato l’inadempimento. La prima penalità di mora – si precisa – dovrà essere corrisposta nel mese di gennaio 2016. Il calcolo a questo punto è semplice: considerando che ancora nulla di concreto è stato fatto, per il solo 2015 pagheremo 20 milioni 160 mila euro di sanzione aggiuntiva (120 mila per 168 giorni dal giorno della sentenza: 16 luglio 2015).
Passiamo ora alla seconda sanzione. In questo caso il nostro Paese è stato condannato a versare una somma forfettaria pari a 40 milioni di euro e una penalità semestrale calcolata a partire da un importo iniziale fissato in 42,8 milioni, dal quale sono detratti 400mila euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi messa a norma e 200mila euro per ogni altra discarica messa a norma. Ed è in questo caso che abbiamo già versato 39,8 milioni di euro. Che sommati alle due somme forfettarie, ci fanno, appunto, raggiungere la cifra tonda di 100 milioni. Non c’è che dire: una bella medaglia al merito.
Tw: @CarmineGazzanni