Il terrorismo islamico sta cambiando gli equilibri geopolitici dell’Occidente. La Francia va all’attacco senza il suo storico asse con Germania o Gran Bretagna, ma con la Russia sottoposta alle sanzioni dell’Europa. L’Unione – che ormai è meglio definire disunione – ha votato all’unanimità l’appoggio a Parigi, ma in cosa consista questo appoggio poi si vedrà. Se a questo si aggiunge che gli Usa non vogliono fare più lo sceriffo del mondo è chiaro che qui si va avanti in ordine sparso. E quando si è divisi si può colpire rabbiosamente, come stanno facendo Hollande e Putin con i loro aerei, ma si è poco efficaci. Di fronte a questo mondo privo di una strategia comune, i terroristi invece hanno le idee chiarissime. Ieri ad Hannover è stato necessario evacuare lo stadio, ma non c’è luogo che potrà più dirsi al sicuro, a partire da Roma che dovrà affrontare un anno di Giubileo ad altissima tensione. Serve dunque un piano, prima ancora che un’azione, per cercare una soluzione politica e, se proprio non c’è, un’azione militare. L’ipocrisia dell’appoggio a chiacchiere alla Francia in guerra fa il gioco dei nostri nemici.
L'Editoriale