Molti nemici molto onore diceva il Buonanima. Se i nemici sono troppi si rischia però di fare una brutta fine. Senza fare inappropriati paragoni, a chi non mancano i nemici di questi tempi è Papa Bergoglio. I corvi che ne registravano le conversazioni di nascosto e passavano all’esterno i documenti riservati del Vaticano sono solo gli ultimi arrivati in una schiera più lunga di un Rosario. Quando si fanno grandi riforme nessuno è più resistente di chi deve essere riformato, ma nella storia moderna della Chiesa non si erano visti mai colpi così bassi. Dall’ala più ortodossa a chi difende semplicemente i privilegi delle alte gerarchie ecclesiastiche, lo scontro è totale. E dall’opposizione messa nero su bianco in una lettera da 13 cardinali, alla dichiarazione di omosessualità dell’ex mons. Charamsa proprio mentre si apriva il Sinodo sulla famiglia, fino alla polpetta avvelenata delle false notizie su un tumore del Pontefice, la Santa Sede è diventata un inferno per Francesco. Se a San Pietro non ha molti amici, fuori però questo Papa non è solo. E il suo messaggio di sobrietà e di modernità nella fede vola alto. Più in alto dei corvi.
L'Editoriale