di MARCO CASTORO
La settimana nera di Ballarò si è conclusa con un’altra mazzata. Era cominciata con la fuga del capostruttura Luca Mazzà (vicedirettore di Raitre) che non condivide la linea editoriale antirenziana di Massimo Giannini e gli ospiti da lui scelti (soprattutto Camusso e Bersani). Poi ci ha pensato Floris a superarlo ancora nel confronto diretto. In sei puntate finora diMartedì ha già vinto tre volte, le ultime due consecutivamente. Quando c’era Floris alla guida di Ballarò (e soprattutto non c’era l’overdose di talk politici degli ultimi anni) lo share era in doppia cifra. L’anno scorso si è scesi al 6,5%. Quest’anno si sta rischiando lo schianto al 4%, ma con questo andazzo si può scendere ancora. Come se non bastasse è arrivata la terza mazzata della settimana. Ballarò ha perso pure la leadership dei talk della Rai di prima serata (Porta a Porta e l’Arena vanno molto bene perché lontani dal prime time). Il talk di Raitre è stato superato anche da Virus di Nicola Porro, il programma di Raidue che costa meno di tutti (50mila euro a puntata contro i 150mila di Ballarò, senza contare le oltre 500mila a stagione che vanno a Giannini). Il talk di Raitre costa un botto e fa poco share perché annoia i telespettatori. Il calo di ascolti sta facendo preoccupare gli inserzionisti che hanno comprato i break pubblicitari. Inoltre ha come nemico Palazzo Chigi che lo chiuderebbe molto volentieri (e probabilmente sarebbero d’accordo anche Maggioni e Campo Dall’Orto). Ecco perché in Rai esiste il piano B che non esclude affatto la chiusura anticipata a fine anno se le cose dovessero continuare ad andare così male. Giannini deve dare una sterzata in poche puntate. È un ottimo giornalista ma non riesce a bucare il video (da ospite funzionava molto meglio) e il pubblico a casa si annoia, anche perché la durata della trasmissione è troppo lunga. E poi non si può continuare a programmare le puntate con l’unico intento di far arrabbiare Renzi perché non accetta l’invito a partecipare.
I COMPENSI
Giannini non è certo l’unico superpagato in Rai. Renato Brunetta ha già cominciato la sua crociata contro i compensi superiori al tetto dei big di Viale Mazzini. Oltre al conduttore di Ballarò c’è Fabio Fazio (oltre 2 milioni l’anno), Luciana Littizzetto che intascherebbe 20 mila a puntata. Ma nel mirino di Brunetta c’è soprattutto Massimo Giletti: “Non è accettabile la demagogia a buon mercato che si fa in trasmissioni come L’Arena sui vitalizi dei parlamentari – incalza Brunetta – e poi non si sente l’esigenza di rendere pubblici i propri compensi. Mi piacerebbe che Giletti mi dicesse il suo compenso: così scopriremmo che guadagna due o tre volte quello che prende un deputato”. Brunetta è convinto che anche Maggioni e Campo Dall’Orto vanno ben oltre il tetto di 240mila l’anno.
IL CAVALIERE NERO
Gigi Proietti è un grande artista. Sarebbe capace di far divertire il pubblico per ore con un One man show, ma come giudice a Tale e Quale Show è veramente una frana. Al contrario di Loretta Goggi che grazie alla trasmissione di Carlo Conti ha ritrovato la grinta e l’entusiasmo.