di CARMINE GAZZANNI
Avanti un altro. C’è sempre posto alla Difesa. Specie se sei renziano, ancora meglio se della prima ora. Un passepartout fondamentale per volare da un ministero all’altro, da una consulenza all’altra. E così, nel pieno del caldo torrido estivo, il ministro Roberta Pinotti, tra una nuotata e un po’ di sole, ha pensato di allargare la sua squadra di collaboratori interni, con due nuovi ingressi. Data del contratto? Il 29 luglio. Per prendere servizio il primo agosto. Sabato.
I FEDELISSIMI – Ma passiamo ai nomi. A lavorare nello staff del ministro Pinotti, ci sarà Patrizio Donnini che avrà l’arduo compito di “provvedere all’analisi, alla programmazione e alla pianificazione strategica di iniziative volte a promuovere la conoscenza nei confronti dell’opinione pubblica nazionale ed internazionale delle azioni poste in atto dal Ministero della difesa”. Un ruolo non da poco per cui Donnini riscuoterà 50 mila euro annui. Ma chi è Donnini? Fiorentino esattamente come Renzi, solo nell’ultimo anno ha lavorato, nelll’ordine, per il sindaco gigliato Dario Nardella, per entrambi i fratelli Pittella, Gianni e Marcello, per Alessandra Moretti e per Pina Picierno. Tutti renziani del cerchio magico di Renzi, insomma. Non sarebbe un caso, d’altronde, che Donnini ha lavorato anche per Sara Biagiotti, sindaco del comune di Sesto Fiorentino, il laboratorio per eccellenza del renzismo. Ma il cerchio non si chiude qui. Perché a fare il suo ingresso a Palazzo Baracchini sarà anche Davide Bacarella, il quale si occuperà di “valorizzare il ricorso alle tecnologie informatiche multimediali, avendo specifico riguardo “alla gestione, al coordinamento di profili social network e contribuendo all’ideazione di programmi e iniziative editoriali on line di informazione istituzionale”. Insomma, spazio ai social al ministero. Ma il punto è un altro: come Donnini, anche Bacarella è fiorentino. Di Prato, per l’esattezza. E anche lui ha lavorato con renziani di ferro, tra cui ancora una volta spunta Gianni Pittella. Senza dimenticare Matteo Biffoni, sindaco di Prato, anche lui molto vicino al premier e per il quale ha lavorato anche Donnini. Tutte casualità? Difficile crederlo. Ma non finisce qui. Perché nel curriculum di Bacarella spunta anche la collaborazione con l’europarlamentare Pd (e, manco a dirlo, renziano) Nicola Danti. Insomma, una vera e propria renzizzazione del ministero.
GLI ALTRI DEL CERCHIO – Ovviamente, Bacarella e Donnini lavoreranno a stretto contatto con gli altri collaboratori della Pinotti. Di chi parliamo? Ma, ovviamente, di altre persone più che fidate. Come Alberto Pandolfo, suo collaboratore dal 2008 oltreché consigliere comunale di Genova (in quota, ovviamente, Pd). O come Andrea Armaro, portavoce della Pinotti da gennaio 2015 (stipendio da 110 mila euro) e storico assistente di Arturo Parisi sempre al ministero della Difesa, dopo aver lavorato come caporedattore nel partito della Margherita.
RESTYLING DAPPERTUTTO – Anno nuovo, consulenza nuova. Al ministero della Difesa. Ma non solo lì. Girovagando tra gli altri dicasteri, infatti, scopriamo un continuo restyling per il quale a godere, però, sono sempre gli stessi. Partiamo dall’Ambiente. Gian Luca Galletti ha tirato dentro il suo staff Gennaro Santamaria che in passato ha lavorato per l’Udc (partito, guarda caso dello stesso ministro) oltreché per l’ex governatore di centrodestra del Molise, Michele Iorio (nella sua segreteria personale). Santamaria porterà a casa 72 mila euro. Certamente meno rispetto a quanti ne prenderanno le due nuove assistenti di Paolo Gentiloni, Federica Cantore e Antonella Giorgetti (per entrambe, meno di 30 mila euro). La prima ha lavorato per anni con Europa, storico giornale del Pd; la seconda ha addirittura cominciato la sua carriera nel Pci, per poi passare nello staff di Piero Fassino per poi finire nell’organizzazione eventi del Pd. Passiamo ora alla Salute. Negli ultimi mesi anche Beatrice Lorenzin ha “allargato” la sua squadra: da giugno a occuparsi dei social media c’è Cecilia Tortorella che, fino ad aprile ha lavorato per Kpmg. Sarà un caso, ma la società detiene tutti gli appalti per le revisione dei bilanci delle Regioni in piano di rientro dal debito sanitario. Il discorso non cambia, ovviamente, se guardiamo a viceministri e sottosegretari. Prendiamo il dicastero dell’Istruzione: il sottosegretario Davide Faraone ha portato da quest’anno a Roma il messinese, e renziano della prima ora, Filippo Cangemi.
Forse, se Garinei e Giovannini fossero ancora in vita, scriverebbero un remake del loro musical: “Aggiungi un posto…sì, ma al ministero”.
Tw: @CarmineGazzanni