Alla fine può vincere solo lui, Papa Bergoglio. E non perché i pontefici sono infallibili, ma perché la storia, il costume, il buon senso e la fuga da una Chiesa sorda e chiusa lasciano senza speranze. l’ala più integralista (e spesso ipocrita) delle alte sfere in Vaticano. Lo scontro però è in atto e le gerarchie conservatrici faranno di tutto per non perdere la partita, e con questa il loro potere. Il coming out di Mons. Charamsa a poche ore dall’apertura del sinodo sulla famiglia è solo l’ultimo disperato tentativo di delegittimare un percorso di riforme che la comunità cattolica chiede da tempo. Bergoglio sembra attrezzato per resistere. Dalla sua c’è la consapevolezza che la Chiesa deve diventare più moderna o finirà in soffitta tra i cimeli del passato. I suoi avversari però sanno altrettanto che se perdono adesso il loro mondo è finito. Ecco perché lo scontro è ormai senza esclusione di colpi. Tanto che sono molti quelli che temono per la stessa vita del Papa. Un altro riformatore, arrivato purtroppo per lui molto prima del tempo, Papa Luciani, ha fatto una fine che ancora inquieta. Per questo oggi il Vaticano trema. E fa tremare.
L'Editoriale