Non c’è pace per Ignazio Marino. Dopo le polemiche innescate due giorni fa da Papa Francesco sull’inopportuna presenza del sindaco di Roma (“non l’ho invitato io”), che si sarebbe “imbucato” all’evento del pontefice a Philadelphia (come detto da monsignor Vincenzo Paglia al “finto” Renzi durante la trasmissione radiofonica La Zanzara), oggi il Corriere della Sera ha acceso i riflettori sulla “lecture” tenuta dal primo cittadino alla Temple University. Questo genere di eventi negli Usa vengono abitualmente retribuiti e il portavoce dell’ateneo ha confermato che anche a Marino è stato offerto un compenso: “ma non sappiamo se lo abbia ritirato, né a quanto ammonti”. L’ufficio stampa del Campidoglio ha però subito smentito: “Marino non ha mai ricevuto alcun compenso per la lezione tenuta alla Temple University, svoltasi durante la visita a Philadelphia”. Non solo: il sindaco avrebbe precisato che “se fosse stato stanziato un eventuale compenso, questo potrà essere devoluto al fondo Rome Heritage che il Comune di Roma ha istituito presso la King Baoudouin Foundation allo scopo di far arrivare risorse dagli Stati Uniti per la conservazione e il restauro dei beni archeologici della Capitale”. Per ora il giallo resta. Esattamente come l’imbarazzo.
L’ACCUSA
Intanto, però, a rincarare la dose è Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini: “Abbiamo parlato con i dirigenti del Campidoglio e possiamo dire con certezza che Marino ha dichiarato il falso”. Il viaggio negli Usa, infatti, sarebbe costato “oltre 15 mila euro”.