I migranti marciano su Vienna. Stufi di attendere alla stazione di Budapest hanno deciso di avviarsi autonomamente, 160 i chilometri. Un centinaio quelli che si sono messi in marcia dopo ore di attesa di un treno che non è partito e, forse, non partirà mai. Sembra impossibile riuscire a varcare il confine. Ieri la polizia ha fermato due treni partiti prima che varcassero il confine mettendo fine al sogno dei migranti di sbarcare in un altro Paese. Il treno partito da Budapest era diretto a Sopron. Una decina di migranti sono stati portati al centro accoglienza mentre gli altri non sono voluti scendere dal treno. Il Parlamento ungherese ha approvato d’urgenza un pacchetto di leggi restrittive, bocciata invece la proposta dell’esercito schierato al confine.
“Abbiamo istituito delle zone di transito in cui i migranti possono presentare la domanda di asilo e la decisione viene presa in un paio di giorni, periodo in cui i migranti devono rimanere nelle zone di transito”, ha spiegato il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto. “Ora abbiamo una situazione drammatica a Budapest, perché ci sono migranti che rifiutano di cooperare con le autorità ungheresi sulle impronte digitali e sull’identificazione”. Il ministro ha poi accusato i politici di mezza Europa di giocare ad accusare il prossimo definendole inaccettabili.