orse a Fiumicino le cose non stanno esattamente come tenta di venderle il presidente dell’aeroporto romano Fabrizio Palenzona. In un surreale intervento sul Messaggero, sacrosantamente preso in giro da Antonio Padellaro sul Fatto Quotidiano, l’ex camionista diventato il crocevia dei pochi superstiti tra i poteri forti del Paese, ha provato a spiegarci in burocratese che lo scalo è finito ingiustamente nell’occhio del ciclone. Tesi risibile visto quanto è successo nelle settimane e nei giorni scorsi, con un terminal semidistrutto da un incendio partito per cause banali, lo scalo bloccato dal fuoco di una vicina pineta, blackout e migliaia di passeggeri lasciati a terra. Se non bastasse, proprio La Notizia aveva pubblicato i risultati di uno studio della cassa Depositi e Prestiti, dove in estrema sintesi si spiegava che il primo scalo nazionale soffre di molte criticità perchè gli azionisti di Palenzona in Adr (Aeroporti di Roma) non hanno investito come avrebbero dovuto. E non solo loro. Ad ammetterlo è stato ieri il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, spiegano in Parlamento che sugli investimenti Fiumicino sconta venti anni di ritardi. E solo di recente, dopo l’aumento delle tariffe aeroportuali (regalo del premier Monti) si sta investendo con i soldi prelevati direttamente dalle tasche dei passeggeri. Nel frattempo, anzichè allargare la concorrenza, con la scusa dei disagi è partita una manovra mediatica a favore di pochi monopolisti, nella quale si è infilato il presidente dell’Enac, Vito Riggio. La mossa non è chiamare Adr a rispondere delle sue responsabilità, ma multare pesantemente la compagnia spagnola Vueling, magari per farla scappare.