di Sergio Patti
Di soldi veri ancora non se ne sono visti. Ma perlomeno ieri è arrivato il via libera di Bruxelles al decreto varato sabato scorso dal governo per iniziare a pagare i creditori della Pubblica amministrazione. Una boccata d’ossigeno, 40 miliardi entro l’anno, sugli oltre 70 o forse oltre cento dovuti da Stato, Regioni e Comuni ai loro fornitori. Se però per le imprese sarà ossigeno o cianuro è ancora presto per dirlo.
Ok di Bruxelles
Per il portavoce del Commissario agli affari economici dell’Unione Europea, Olli Rehn, il decreto del governo – firmato ieri da Giorgio Napolitano – va valutato positivamente. Non un buonissimo indizio, hanno commentato da Rete Imprese Italia, l’associazione delle grandi organizzazioni che rappresentano gli artigiani e le piccole e medie imprese. La preoccupazione principale nella sciagurata Europa di questi anni – tesa al rigore dei conti pubblici e incapace di promuovere politiche di sviluppo – è infatti quella di non sforare il tetto del deficit. Naturale dunque sospettare che dentro il decreto ci sia qualche inganno.
”Il provvedimento del governo dimostra che non si è ancora compreso che il sistema delle imprese del terziario di mercato, dell’artigianato e dell’impresa diffusa è al collasso, considerato che dopo ripetute, pressanti e precise indicazioni, si ignorano i due elementi fondamentali per rispondere alle emergenze delle imprese: immediato sblocco e disponibilità delle risorse e modalità semplificate di accesso”, aveva detto il presidente di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, svegliando tutti dal sogno di veder finalmente pagate le fatture. Il meccanismo indicato dal decreto richiede infatti una procedura che promette nuovi mal di pancia e delusione dalle imprese da anni in attesa di veder pagati i beni e servizi ceduti alle amministrazioni pubbliche.
I dubbi sul decreto
Se la Commissione Ue dà dunque il via libera al decreto e ieri il ministro Grilli a Bruxelles ha garantito che il provvedimento non muterà il giudizio europeo sull’azione dell’Italia per contenere il deficit eccessivo, nel concreto ieri non è stato speso neppure un soldo dei tanti milioni che gli Enti locali hanno in cassa “congelati” dal Patto di stabilità. Il Paese, d’altronde, è ancora sotto una procedura d’infrazione proprio per il deficit eccessivo. Procedura che secondo Grilli «tra qualche settimana» potrebbe essere cancellata. Certo, però, l’incertezza politica non crea un clima di fiducia per i cittadini. “Come economista e ministro dell’Economia – ha detto ancora Grilli ai giornalisti, rifiutando di commentare la situazione di stallo politico – è difficile prevedere un rimbalzo della domanda aggregata senza un quadro di decisioni e di strategia di politica economica che sia più chiaro». Ma di poco chiaro, per ora, c’è come fare per farsi pagare i conti dallo Stato. Il decreto, infatti, fissa una serie di paletti che renderanno tortuoso e ancora in mano alla burocrazia l’effettivo pagamento delle somme dovute. In questo quadro, le associazioni datoriali, da Rete Imprese Italia alla Confindustria, hanno ribadito la necessità di regole certe e imparziali, procedure semplici e soprattutto veloci. Esattamente il contrario di quanto appare defilarsi all’orizzonte. Tanto che nei giorni scorsi sia il presidente degli industriali Giorgio Squinzi, sia Rete Imprese Italia avevano denunciato che il provvedimento non produrrà gli effetti sperati. Una tragedia, mentre lavoratori e imprenditori si suicidano per la disperazione.
Arrivano i rimborsi Iva
Una boccata d’ossigeno, questo vero, arriva però dall’Iva. Sta per giungere, infatti, una nuova iniezione di liquidità a imprese, artigiani e professionisti: nelle prossime settimane altre 4 mila aziende riceveranno il rimborso di crediti Iva per un importo di circa 1,2 miliardi, messi a disposizione dal Ministero dell’Economia. A riferirlo, per l’ennesima volta, è stata ieri l’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima tranche si aggiunge a quella stanziata nel mese di marzo, pari a 1,2 miliardi arrivati nelle casse di oltre 4.300 imprese. Sale, in questo modo, a 3,7 miliardi la somma complessivamente rimborsata nei primi quattro mesi del 2013.