Sono 250 i milioni di euro spesi dal ministero della Giustizia per le intercettazioni nel 2014. Una cifra costante rispetto anche agli anni precedenti. Per l’anno 2015 sono disponibili i dati del primo quadrimestre che mettono in evidenza pagamenti per 70 milioni di euro. I dati emergono dai dati del ministero riportati dall’Adnkronos che sottolinea come nel 2014 siano stati stanziati 227 milioni 801 mila 120 euro, ma alla fine dell’anno la spesa effettiva è stata come detto di circa 250 milioni. L’indagine evidenzia anche le spese degli anni addietro: 300 milioni nel 2009, 280 milioni nel 2010, 260 milioni nel 2011, fino a scendere a quota 250 milioni. Per il 2015 sono 200 i milioni stanziati ma la spesa previsionale parla di 235 milioni che effettivamente dovrebbero essere spesi. Nel documento ministeriale, in possesso dell’Adnkronos, si legge che “Anche per le intercettazioni, come per la generalità delle spese di giustizia, si deve tener presente non è possibile prevedere, con precisione, quella che potrà essere la spesa di un dato anno in quanto detta tipologia di spesa è fortemente condizionata da imprevedibili esigenze processuali, nonché dai tempi con cui gli uffici giudiziari procedono alla liquidazione delle fatture (che avviene con decreto del magistrato) che risentono, tra l’altro, della cronica carenza di personale amministrativo-contabile”.
Già la Finanziaria 2008 prevedeva che il ministero della Giustizia avviasse entro quell’anno “la realizzazione di un sistema unico nazionale, articolato su base distrettuale di Corte d’Appello, delle intercettazioni telefoniche, ambientali e altre forme di comunicazione informatica o telematica disposte o autorizzate dall’autorità giudiziaria, anche attraverso la razionalizzazione delle attività attualmente svolte dagli uffici dell’amministrazione della Giustizia”. Norma non ancora messa in atto.