L'Editoriale

L’aeroporto vacca da mungere

Una strategia per boicottare il turismo. Boom! L’ultima sparata per giustificare i disagi all’aeroporto di Fiumicino tira fuori un fantomatico disegno contro il Paese. Come se non bastasse il boicottaggio che ci facciamo da soli chiudendo all’improvviso il Colosseo o Pompei, piuttosto che facendo viaggiare i turisti di Roma su una metropolitana indecente. Altri invece pensano che c’è dietro Mafia Capitale o la battaglia tra compagnie per atterrare nello scalo. Spesso però le cose sono meno complicate di quello che sembrano (o ci vogliono far sembrare) e il fatto sotto gli occhi di tutti, e di cui nessuno parla, è che a Fiumicino non si investe a sufficienza. I Benetton, che controllano Adr (Aeroporti di Roma) avevano promesso mari e monti. Per questo avevano ottenuto l’aumento delle tariffe aeroportuali, cioé le tasse che pagano tutti i passeggeri. Dove sono finiti questi soldi così generosamente concessi dall’allora premier Mario Monti nel suo ultimo atto di governo prima di dimettersi? Chi vuole creda pure alla spectre del turismo, ma forse i motivi di uno scalo tanto fragile può spiegarli meglio qualche domandina ai Benetton.