di Stefano Sansonetti
Ci mancava soltanto la “mina” fiscale. Sembra non trovare pace il percorso che, in base all’ultima legge di Stabilità del Governo di Matteo Renzi, dovrebbe portare Terna a rilevare circa 9.300 chilometri di reti elettriche ad alta tensione oggi di proprietà di Ferrovie dello Stato. Operazione su cui le stesse Fs, guidate dall’Ad Michele Mario Elia, fanno massimo affidamento per mettere in cassa risorse fresche in vista della privatizzazione. Ebbene, l’ultima novità in ordine di tempo è che Ferrovie ha predisposto un interpello per chiedere all’Agenzia delle entrate lumi sugli effetti fiscali dell’operazione.
IL DETTAGLIO
E qui spunta l’ennesimo groviglio che si spera di sciogliere con l’ “aiuto” dell’amministrazione finanziaria. Il tutto mentre ancora non è stato risolto il rebus del prezzo che Terna dovrà pagare a Fs. Le Ferrovie, in un’audizione al senato dell’ottobre del 2014, aveva fatto filtrare di aspettarsi un corrispettivo intorno a 1 miliardo di euro. Cifra che, anche se finora in modo non ufficiale, viene considerata un’esagerazione dai tecnici della società di Matteo Del Fante. I quali, nelle discussioni di questi mesi, hanno fatto notare lo stato di abbandono in cui versa parte della rete di Fs e i relativi oneri di ristrutturazione che ne deriverebbero. Come già rivelato da La Notizia, dai primi approfondimenti svolti da Terna i 9.300 chilometri non sarebbero valutabili oltre i 500 milioni di euro. La cifra, nella delicatezza delle trattative, è stata all’epoca smentita dalla società di Del Fante, ma poi rilanciata da altre testate. Adesso ci si mette anche la questione fiscale. E’ chiaro che, qualunque sia il prezzo di cessione che verrà definito, sul relativo incasso Ferrovie dovrà pagare le tasse.
LA PATATA BOLLENTE
E visto che sembra sempre più complicato sperare che Terna possa sborsare 1 miliardo di euro, la società di Elia si muove per tempo per cercare di limitare al massimo l’impatto fiscale sull’incasso che alla fine riuscirà a ottenere. Fs, contattata da La Notizia, ha confermato la predisposizione dell’interpello. Iniziativa che, naturalmente, viene osservata con grande attenzione anche da Terna. Certo è che il nodo prezzo stenta ancora a sciogliersi. Era stata l’Autorità per l’energia, con una delibera del 22 gennaio scorso, a stabilire che l’iter di definizione del prezzo si sarebbe dovuto concludere entro il successivo 31 marzo. Poi è scattato un rinvio informale a fine aprile. Successivamente Del Fante ha parlato di una scadenza a ridosso dell’estate. Ma la questione sembra ancora in alto mare.
Twitter: @SSansonetti