Oggi l’Eurogruppo – che è la riunione dei ministri delle Finanze dell’Unione europea – si chiuderà come quasi sempre con un nulla di fatto. Questa volta però sul tavolo non c’è l’ordinaria amministrazione, ma la decisione di vita o di morte sulla Grecia e sulla stessa idea di Europa. Un’idea certamente confusa. Molto probabilmente Atene sarà fatta fallire, lasciando cadere uno dei Paesi fondatori della comunità. Le conseguenze su tutta l’economia dell’Unione e sull’euro sono ancora oggi imprevedibili e potenzialmente disastrose. Ma è sugli immigrati che questa Europa scrive il suo certificate di morte. Di fronte a centinaia di morti e all’evidente impossibilità dei soli Paesi mediterranei a gestire un’emergenza continentale, tutte le capitali continuano a tirarsi indietro. Londra come Parigi, Berlino e Bruxelles ci darà un po’ di soldi in più, qualche nave e tante pacche sulla spalla. Ma gli immigrati ce li dobbiamo tenere noi, come se l’Italia potesse dare rifugio a tutti i fantasmi dell’Africa. Interi popoli in fuga da guerre e miseria dopo che la stessa Europa – che adesso se ne lava le mani – in quella parte del mondo ha fatto per secoli gli affaracci suoi.
L'Editoriale