E’ come se il Pd nazionale e quello romano fossero due corpi separati l’uno dall’altro. Eppure non dovrebbe essere così. Ma è quanto viene fuori dall’inchiesta Mafia Capitale e dalle dichiarazioni di circostanza. Perché a chi vuole la testa di Marino viene risposto seccamente che il sindaco non si tocca e che “rappresenta un baluardo contro l’illegalità”. L’ultimo a scendere in campo è il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini che dalle colonne de La Stampa sottolinea: “Dobbiamo dire in maniera molto chiara che l’ interesse di Roma è che Marino resti sindaco della città. Le situazioni di malapolitica devono essere affrontate con grande determinazione. Non va fatta d’ ogni erba un fascio, ma non è che quanto avvenuto è la fotografia di tutto il Pd romano”. Marino, dalla sua, prende nettamente le distanze dal Pd romano reputandolo il suo “nemico”. Marino non ha responsabilità dirette di un tale scadimento morale e legale, ma ha la responsabilità politica di ascoltare le persone e di garantire tutti i romani. Il malcontento è vivo e lo si sente per le strade. Senza contare che il mancato passo indietro espone Roma al rischio di un commissariamento per mafia che darebbe un’immagine devastante. E di possibili dimissioni ha accennato Rosy Bindi che ha parlato di “opportunità politica”.
LEGGI L'EDIZIONE CARTACEA
Puoi leggere l'edizione cartacea de La Notizia ovunque ti trovi su pc, tablet e smartphone.