C’era una volta l’ingegnere Salvatore Ligresti, da Paternò (provincia di Catania) con il debole per le collezioni di assicurazioni e catene alberghiere. C’era anche un’altra passione, quella per i figli che contribuirono alla caduta rovinosa di un impero. A salvare il salvabile (e soprattutto i crediti che rischiavano di diventare inesigibili per Mediobanca) ci pensò l’Unipol, altro colosso assicurativo che dall’ingegnere di Paternò non ha preso solo le società Fondiaria e Sai, ma anche lo stesso vizio di collezionare alberghi. E pazienza se questo c’entra poco e niente con un gruppo che dovrebbe avere molti altri pensieri solo per ristrutturare i gruppi assicurativi appena rilevati, carichi di debiti e di economie da realizzare.
L’OPERAZIONE
Così UnipolSai Assicurazioni, le controllate Atahotels e UnipolSai Investimenti sgr (quest’ultima per conto del Fondo di Investimento Immobiliare Athens Re) hanno sottoscritto venerdì scorso un accordo con Una per l’acquisizione, attraverso due distinte operazioni, rispettivamente del ramo d’azienda concernente l’attività di gestione alberghiera di Una e del relativo portafoglio immobiliare a destinazione alberghiera. nasce un colosso, insomma. L’acquisizione del ramo d’azienda prevede un corrispettivo di 27,6 milioni di euro, mentre il prezzo per l’acquisizione del portafoglio immobiliare è pari ad 259 milioni, per un totale di 286,6 milioni. L’esecuzione delle operazioni avrà luogo dopo l’ottenimento dell’approvazione da parte delle competenti Autorità e del completamento delle procedure di ristrutturazione dell’indebitamento di Una.
CINQUANTA STRUTTURE
Dall’unione tra AtaHotels e Una, nascerà un leader nazionale nel settore alberghiero italiano, con più di 50 strutture (sia business che leisure), circa 8.600 camere, un fatturato aggregato di oltre 170 milioni. Il nuovo soggetto potrà, anche con l’ausilio di partner, ricercare opportunità di valorizzazione e sviluppo. I soldi sembrano non mancare, dunque, nonostante il settore stia un po’ per tutti in gran difficoltà. Evidentemente però Unipol ha risorse illimitate. Oppure, insieme ai vizi dell’ingengere di Paternò, ha trasmesso ai suoi manager – a partire dall’ambiziosissimo amministratore delegato Carlo Cimbri – la pericolosa abitudine di fare i passi più lunghi della gamba. Con che risultati per Ligresti l’abbiamo visto tutti.