A fine giornata ieri è andata meno peggio di quanto non si temesse in mattinata. Sul tappeto è rimasta una perdita del 3,5%. Il Monte dei Paschi aveva aperto in profondo rosso, arrivando ad essere sospesa per eccesso di ribasso proprio nel giorno dell’accorpamento dei titoli: uno nuovo per ogni 20 precedenti. A pesare sono stati i movimenti degli investitori in vista del prossimo aumento di capitale e le incognite che restano molte sul futuro dell’istituto. Se il via libera della Consob alla pubblicazione del prospetto informativo dell’operazione è atteso a giorni, resta da capire da dove arriveranno i 3 miliardi necessari. Se ne potrebbe capire di più già giovedì prossimo, giorno in cui è fissato il Cda per fissare il prezzo dell’aumento.
INCENTIVI
Per gli attuali soci sarà un bagno di sangue. Le loro quote saranno fortemente diluite. Da capire anche se si appaleserà un cavaliere bianco, quella banca italiana (come nell’ipotesi di Ubi) o estera disposta a fondersi con l’istituto senese. Secondo le attese, alle nuove azioni sarà applicato uno sconto sul Terp (Theoretical ex-rights price) vicino al 40% in modo da incentivare la sottoscrizione dell’operazione. Lo scorso anno per l’aumento da 5 miliardi lo sconto fu del 35,5%. L’aumento è garantito da un pool di banche che costerà a Mps 130 milioni. Nel pool ci sono Ubs, Citi, Goldman Sachs, Mediobanca, Barclays, Bofa Merrill Lynch, Commerzbank, Deutsche Bank e Société Générale.