di Matteo Vale
In piena campagna elettorale per la riconferma a primo cittadino della Capitale, il sindaco Gianni Alemanno vanta 4 mila posti in più negli asili nido di Roma. I dati, però, dicono anche che se nel 2007 il 65% delle richieste era soddisfatto, oggi quella percentuale scende al 58%. Inoltre: in quali condizioni operano gli asili nido? Qual è il livello di sicurezza garantito ai bambini? Quali i percorsi formativi?
Le strutture crollano
Asilo nido di Via Bardanzellu, municipio V di Roma. Al ritorno dalle vacanze pasquali, gli operatori che per primi riaprono i locali trovano l’amara sorpresa di un soffitto crollato. Solo la fortuna ha voluto che i pezzi di cemento e calcinacci non piombassero addosso ai bambini. Cosa succede, dunque? Lo spiega il responsabile del settore educativo e scolastico della Fp Cgil di Roma e Lazio, Fabio Moscovini: “Esiste a Roma un allarme rosso sull’incolumità per i bambini nei nidi, che non riguarda soltanto le strutture, ma lo stesso servizio educativo”.
Troppi bambini, un solo operatore
Un esempio? Il rapporto di uno a sei tra operatrici e bambini, che dovrebbe essere rispettato sul territorio di Roma Capitale: “Capita spesso, in diversi momenti della giornata, che questo rapporto venga stravolto, con operatrici che sono costrette a badare anche 10 o 12 bambini”. Colpa dei tagli e dei mancati investimenti, “operati dalla giunta Alemanno ma anche da molte altre giunte comunali”.
Legge regionale, una spada di Damocle
Ma è colpa anche di una spada di Damocle che pende sulla sicurezza dei bambini: “La Giunta Polverini – spiega Moscovini – ha approvato una modifica che prevede l’innalzamento del rapporto a uno a sette, operando però una media che non consente di assicurare questo rapporto in modo costante, e senza considerare i diversi orari di apertura dei nidi e la presenza o meno di bambini disabili. Inoltre le strutture, per effetto di questa legge, dovranno disporre di 6 metri quadri per ogni bambino, e non dieci, com’era prima”. Alla nuova legge regionale, che per fortuna a Roma non viene applicata proprio grazie alla mobilitazione del sindacato e dei genitori, “ha contribuito tra l’altro l’ex presidente della Commissione politiche sociali della Regione, Maurizio Perazzolo, che è anche un imprenditore nel settore dei nidi privati”.
Gli operatori: serve più qualità
Facile intuire il disagio degli operatori, che sono stati interpellati proprio dalla Cgil con un’indagine a campione: “Non chiedono di lavorare meno o guadagnare di più, neanche se sono precari. La maggior parte di loro chiede di aumentare la qualità del servizio, che ormai ha raggiunto livelli decisamente allarmanti”.
Una qualità che di certo, spiega Moscovini, “non potrà mai essere accettabile se la giunta Alemanno prosegue nell’attività di concessione di strutture comunali ai privati”.
Ecco il perché: “Due anni fa il Comune ha affidato in concessione 5 immobili da adibire ad asili nido, al prezzo di 485 euro per bambino ogni mese”. Una cifra che, secondo i dati forniti dal Cnel, “non basterebbe neanche a pagare gli stipendi degli operatori”. Inevitabile, dunque, “che nelle strutture private si proceda con escamotage, sottopagando i lavoratori o pagandoli a nero, con grave danno anche sul percorso formativo dei bambini”. Proprio per questo l’operazione del Comune “è stata contestata dall’Autorità di vigilanza sugli appalti pubblici”.
L’affare per i privati
Per i privati, poi, ottenere strutture in concessione è un affare doppio: “Al di fuori degli orari d’asilo, vengono organizzate ulteriori iniziative a pagamento, come feste per i bambini o baby-sitting a ore: sono attività di cui beneficiano economicamente solo i privati, e che invece potrebbero essere organizzate dal Comune”.
Ma non finisce qui: “La giunta Alemanno si appresta a concedere ai privati altre tre strutture, due nel dodicesimo municipio e una a Tor Bella monaca: proprio qui l’asilo è già attivo, ci lavorano solo supplenti, e si sta costruendo un percorso formativo che da qui a pochi mesi verrà smantellato a favore dell’ingresso dei privati”.
E’ un problema di volontà e investimenti, certo, anche perché “sono stati spesi 757 mila euro per un concerto di Gigi d’Alessio contro il bullismo, e nel contempo – denuncia Moscovini – a Roma ci sono altri 6 asili nido di proprietà del Comune che andrebbero solo ristrutturati, e che con quel budget avrebbero risolto gran parte dei problemi”. Quattromila posti in più nelle strutture autorizzate, vero. Ma i bambini non sono più al sicuro.