di Stefano Sansonetti
C’è da scommettere che molti, all’interno della Farnesina, non ne siano a conoscenza. Ma il ministero per il 2014 stanziava ancora in bilancio 1 milione e 136 mila euro per l’ormai defunta Unione Latina, organismo internazionale disciolto nel 2012 che si occupava dell’eredità culturale dei paesi di lingua latina. Per non parlare dell’assegno da 1 milione e 291 mila euro che gli Esteri staccano per la partecipazione al Bresce (Regional bureau for science and culture in Europe), ufficio regionale Unesco con sede a Venezia. Ancora: la partecipazione alla non meglio identificata Carta europea dell’energia costa alla Farnesina 450 mila euro (ma l’iter di recesso è in corso). Così come per conto di altri dicasteri, il ministero oggi guidato da Paolo Gentiloni spende 727 mila euro per contribuire alla Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa (145 mila euro), al Gruppo Pompidou del Consiglio d’Europa (224 mila euro), al Centro Nord-Sud del Consiglio d’Europa (96 mila euro) e all’Osservatorio audiovisivo europeo (262 mila euro). Tutte spese indispensabili?
I DETTAGLI
Naturalmente la risposta è che sono spese di cui si potrebbe fare tranquillamente a meno. E il responso viene da uno dei tanti gruppi di lavoro messi su all’epoca dall’allora commissario alla spending review Carlo Cottarelli. Dai documenti, la cui predisposizione risale in buona parte al 2014, solo di recente è stato alzato il velo. E dalle centinaia di pagine vengono fuori “chicche” niente male sui rivoli più nascosti di una spesa pubblica che in Italia è stabilmente sopra gli 800 miliardi di euro. Nel capitolo “Contributi a organismi ed enti internazionali”, per esempio, il gruppo Cottarelli mette in discussione anche l’utilità dei 3 milioni stanziati nel 2014 per contributi obbligatori all’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Questo contributo, è scritto nel rapporto finale, “è sovrastimato rispetto alle effettive esigenze connesse alla partecipazione a conferenze e riunioni nel quadro del processo per la sicurezza e la cooperazione europea. Se ne propone quindi il definanziamento per un ammontare pari a 3 milioni”. Che poi queste uscite quasi “seriali” dalle casse della Farnesina sono proprio state prese di mira dal rapporto. In discussione pure il contributo volontario versato all’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, dalla cui riduzione si potrebbe spuntare un risparmio di 467 mila euro. Così come potrebbero essere risparmiati 95 mila euro dal recesso da Comitato consultivo del cotone e dall’Istituto internazionale del freddo e 33 mila euro dal recesso dalla Ciec (Commission internationale dell’etat civil). Piccole cifre, si dirà. Ma che messe insieme danno l’idea di quale girone dantesco sia il bilancio di un ministero. E di quanti soldi spesso vangano letteralmente buttati.
GLI ALTRI SETTORI
Certo, le cifre non sono tutte uguali. Solo per l’affitto delle sedi diplomatico-consolari all’estero si pagano 30 milioni di euro. Troppi, per il gruppo Cottarelli, che però su questo tema non si sbilancia in previsioni di risparmio. Mentre si potrebbero risparmiare 489 mila euro dalla riduzione delle spese per i comitati degli italiani all’estero. E questo perché l’evoluzione della situazione delle comunità italiane al di fuori dei confini nazionali e la nuova rappresentanza di parlamentari eletti all’estero, “rendono opportuna una riduzione dei comitati”. Anche qui, solo uno dei tanti esempi nel mare magnum della spese.
Twitter: @SSansonetti