Non ci voleva un genio di economia per capire che l’Europa stava morendo per mancanza di liquidità monetaria. Nonostante le stime, buone come quelle del pollo di Trilussa, che raccontavano di un surplus di moneta, trovare i soldi per investire era diventato impossibile, un mutio per compraee casa una chimera. E persino i soldi per cambiare l’auto o fare la spesa (quelli che definiamo consumi di base) non c’erano più. L’unica mossa fatta fin ora dalla Bce era stata quella inutile di tenere bassi i tassi. Sulla carta chiedere un prestito in Eurolandia non è stato mai così conveniente. Poi però se chiedevi soldi in banca o non li davano, o se li davano i tassi effettivi tra commissioni e penali diventavano altissimi. Ecco allora che la crisi si è accentuata, regalando a mezzo continente il record storico di disoccupati e il minimo di sempre nei consumi. In qualche Paese l’inflazione era diventata negativa) combinandosi con la decrescita in quel disastro che si chiama deflazione.
FIUME DI SOLDI
Solo dopo aver superato tutte le resistenze tedesche (ma la Bce è formalemente autonoma, e dunque Draghi avrebbe potuto e dovuto muoversi prima) è partito ieri il piano di quantitative easing (immissione di liquidità monetaria) sulla falsa riga di quanto fatto con successo negli usa (dove infatti sono usciti dalla crisi cinque anni fa). Il piano che consiste nell’acquisto di titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona libererà davvero oltre mille miliardi di euro. Solo in Italia il volume complessivo (garantito da via Nazionale) sarà di circa 150 miliardi. Parlare di ripresa ora è possibile.