Il piano che doveva servire a gestire le grandi emergenze negli aeroporti italiani rischiava soltanto di crearne altre. Dal coordinamento delle operazioni era stato escluso l’unico ente competente a dettare regole nell’ambito dell’aviazione civile, l’Enac. Abbastanza per convincere il Consiglio di Stato a mettere nel tritacarte il progetto messo a punto dal capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli: tutto annullato. L’Unione europea, cinque anni fa, aveva stilato un regolamento per l’assistenza alle vittime di incidenti aerei e ai loro familiari, rendendo necessario adeguare in tal senso il coordinamento operativo delle emergenze. Ci ha provato, il 27 gennaio 2012, Gabrielli con una direttiva. Il successore di Guido Bertolaso, già funzionario di Polizia e prefetto, scelto per la Protezione civile il 13 novembre 2010 e confermato in quel ruolo dai Governi Monti, Letta e Renzi, aveva deciso di affidare il coordinamento generale dei soccorsi ai gestori aeroportuali, tramite il Centro operativo per le emergenze. Valutata la situazione, nel caso fosse eccezionale, a coordinare gli interventi sarebbe poi stato lo stesso capo del Dipartimento della Protezione civile, ovvero lo stesso Gabrielli. Una scelta che non ha convinto le società che gestiscono gli aeroporti.
INCERTEZZA
Per i gestori degli aeroporti, la direttiva del 2012 creava soltanto caos e incertezza giuridica, mancando indicazioni precise sul coordinamento delle emergenze e andando contro le stesse leggi in materia. Un provvedimento che soprattutto toglieva la competenza nella gestione delle operazioni dopo un incidente aereo all’Enac, l’ente che da oltre dieci anni è presieduto da Vito Riggio, ex deputato della Dc, legato all’ex ministro Pietro Lunardi. Per le società degli aeroporti, la direttiva avrebbe solo “creato una estrema confusione regolamentare e operativa e il concreto pericolo di un blocco o mancato funzionamento delle procedure di emergenza nel caso di incidente aereo”. E non sarebbe neppure stata garantita quell’assistenza alle vittime che aveva spinto la Protezione civile a modificare i piani per le emergenze.
CONSIGLIO DI STATO
L’Assaeroporti, associazione italiana dei gestori aeroportuali, insieme alle società che si occupano degli scali italiani, da Milano a Roma, da Bologna a Palermo, fino a Verona e Genova, dodici in totale, ha così fatto ricorso al Tar, chiedendo di annullare la direttiva Gabrielli. Un ricorso respinto. Per i giudici amministrativi del Lazio le novità introdotte da Gabrielli erano minime, introducendo soltanto un “centro operativo per l’emergenza compatibile con il sistema”. Ma i gestori aeroportuali non hanno gettato la spugna, ottenendo ora l’annullamento di quel contestato provvedimento dal Consiglio di Stato. E il pasticcio della Protezione civile, bollato come una violazione alle leggi sull’aviazione civile, sembra così destinato a restare definitivamente nel cestino.