Ancora una volta scorre sangue tra i civili in Ucraina, dove le armi hanno risuonato ben al di là di quello che è considerato il fronte. Alcuni razzi infatti sono caduti ieri mattina nei pressi del quartier generale delle forze armate ucraine e di una zona residenziale nella cittadina di Kramatorsk, nel sud-est ucraino, a 50 km oltre la linea del fronte. L’episodio è stato denunciato proprio dal presidente ucraino Petro Poroshenko che lo ha attribuito alle forze separatiste. I morti sarebbero almeno 6, mentre i feriti sono una ventina. I ribelli filorussi dal loro canto hanno negato di aver attaccato la città che era stata riconquistata in estate dalle truppe governative.
L’OFFENSIVA
Prima dell’attacco, invece, il Consiglio di sicurezza ucraino aveva annunciato che la Guardia nazionale ucraina ha lanciato un’offensiva militare a est di Mariupol, importante centro portuale sul Mar Nero controllato dalle forze governative. Per coordinare l’operazione è arrivato sul posto lo stesso segretario del Consiglio di sicurezza Oleksandr Turcinov. E sempre ieri mattina volontari pro-Kiev del battaglione Azov (il cui simbolo ricorda il dente di lupo nazista) hanno annunciato di aver preso quattro villaggi nei pressi della città.
BRUTTI SEGNALI
Mosca, intanto, continua sulla sua strada. Circa 2.000 soldati russi, infatti, hanno iniziato delle esercitazioni militari nel sud-ovest della Russia. Inoltre, più di 600 militari russi della Flotta del Mar Nero hanno cominciato delle esercitazioni nella penisola di Crimea che Mosca ha strappato all’Ucraina nel marzo dell’anno scorso. Solo sabato scorso, Kiev aveva riferito della possibilità che i ribelli stessero ammassando forze per attaccare città strategiche, inclusa Mariupol, che si trova sul mar di Azov, tra le aree controllate dai ribelli e la Crimea, che la Russia ha annesso lo scorso marzo. Le vittorie dei separatisti contro le forze del governo di Kiev nell’Ucraina orientale, soprattutto a Debaltseve, a nordest di Donetsk, hanno dato nuovo impulso all’iniziativa franco-tedesca per tentare di mettere fine alla crisi.
LA POLITICA
Intanto il presidente russo, Vladimir Putin, ha fatto sapere che la Russia “continuerà la sua politica estera indipendentemente dalle pressioni” in quello che ha definito come “un ambiente internazionale difficile”. “È garantito che la Federazione russa, qualunque pressione riceva, continuerà a perseguire una politica estera indipendente, a sostenere gli interessi fondamentali della sua gente e in linea con la sicurezza e la stabilità globale” ha scritto Putin in un messaggio al corpo diplomatico e ai funzionari del mistero degli Esteri.