di Stefano Sansonetti
Occupare spazi pubblicitari sui quotidiani, nei giorni del grande fermento per l’elezione del nuovo presidente della repubblica, può essere stata l’occasione per conquistare visibilità. Con questa sorta di “romanzo Quirinale”, chissà, i lettori si sono appassionati e magari hanno comprato qualche copia in più. Ammesso e non concesso che la percezione possa essere questa, non è certo passata inosservata negli ultimi giorni la campagna di Intek Group spa sui principali quotidiani. Si tratta di un gruppo quotato in borsa con interessi variegati, che spaziano dal rame alle energie rinnovabili, passando per immobili e gestioni finanziarie. Ma soprattutto è la società presieduta da Vincenzo Manes, da tempo tra i principali finanziatori di Open, la fondazione che organizza la kermesse renziana della Leopolda. Insomma, parliamo di un finanziere molto vicino al premier Matteo Renzi (al punto che in passato è stato anche presidente di Aeroporti di Firenze).
L’INIZIATIVA
Per carità, la campagna può essere stata programmata diverso tempo fa. Di certo è arrivata a coincidere proprio con i giorni in cui i giornali si sono occupati di una fase clou della politica italiana, sfociata con l’elezione di Sergio Mattarella come nuovo Presidente della Repubblica. Intek ha consistentemente reclamizzato una sua emissione obbligazionaria 2015-2020. Dall’annuncio pubblicitario si apprende che viene offerto un tasso di interesse annuo del 5% per 5 anni. In più si viene a sapere che le obbligazioni di nuova emissione verranno offerte in scambio anche ai possessori delle obbligazioni Intek Group 2012-2017 già in circolazione. Lo stato di salute del gruppo, in base all’ultimo bilancio approvato (2013), riporta un fatturato di 2,3 miliardi di euro, in calo rispetto ai 2,5 del 2012, e perdite per 26,5 milioni, in diminuzione rispetto al rosso di 78 milioni fatto registrare nell’anno precedente. Renzi conosce molto bene Intek, e non solo per la presenza di Manes. Si dà infatti il caso che il vicepresidente della società, Diva Moriani, nella prima tornata di nomine effettuate nel maggio scorso dal governo dell’ex sindaco di Firenze abbia trovato un bel posto all’interno del consiglio di amministrazione dell’Eni. Del resto è assodato che il presidente del consiglio abbia messo almeno un suo uomo di fiducia a presidiare tutti i Cda delle principali società a partecipazione pubblica quotate in borsa.
GLI ALTRI
Per esempio ha piazzato nel consiglio di amministrazione dell’Enel Alberto Bianchi, presidente e anche lui finanziatore della fondazione Open. E forse è proprio Bianchi una delle fondamentali pedine renziane. In Finmeccanica, sempre in occasione degli ultimi rinnovi, ha trovato collocazione Fabrizio Landi, ex numero uno di Esaote (sistemi diagnostici) e anche lui finanziatore della fondazione Open. Terna, società indirettamente controllata dal Tesoro per il tramite di Cdp Reti e a salire della Cassa Depositi e Prestiti, è stata affidata alle cure dell’amministratore delegato Matteo Del Fante, nato a Firenze proprio come Renzi e vecchia conoscenza del premier. Invece in Snam, sempre del gruppo Cdp, nel ruolo di presidente Renzi aveva già trovato un profilo con cui è in sintonia, Lorenzo Bini Smaghi, ex componente del board Bce, pure lui fiorentino.
Twitter: @SSansonetti