Il dado è tratto. E ora la scissione nel Partito democratico sembra davvero a un passo. Il super canguro sull’Italicum e la consolidata alleanza Matteo-Silvio per salvare il Patto del Nazareno fa salire l’onda di protesta della minoranza. Da Palazzo Madama sono risultati 27 i dissidenti ufficiali a cui andrebbero aggiunti pure gli assenti. Ma la flotta tenendo conto anche della Camera è ben più vasta. E lo testimonia la riunione dei 140 convocata da Pier Luigi Bersani. “Sulla riforma elettorale era possibile una “mediazione”, ma Matteo Renzi non ha voluto”, afferma Bersani, “Renzi lo sa benissimo: c’era una possibile mediazione sull’Italicum e loro non hanno voluto mediare. Ora spetta a lui dire se si può partire dall’unità del Pd. Dare del parassita a Corsini, Gotor, Mucchetti (come ha fatto il senatore Stefano Esposito, ndr), e’ pericoloso. E’ gente per bene che non chiede niente e va trattata con rispetto. Se viene meno il rispetto sono guai”. Sono circa 140 i parlamentari della minoranza Pd riuniti a Montecitorio. Gli esponenti delle varie aree che si oppongono alla maggioranza renziana, stanno discutendo dalle 16 di oggi di riforme. Oltre a Pierluigi Bersani, sono presenti tra gli altri Gianni Cuperlo, Pippo Civati, Cesare Damiano, Rosy Bindi, Francesco Boccia, Stefano Fassina, Roberto Speranza, Miguel Gotor, Vannino Chiti, Federico Fornaro. Presenti anche i sottosegretari Sesa Amici e Luciano Pizzetti.
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