Non c’è che dire: il governo Renzi ci aveva provato, inserendo nella legge di stabilità per l’anno 2015 un ulteriore versamento da parte dei concessionari di giochi pubblici (slot e videolottery) di ben 500 milioni di euro. Una cifra che, secondo il provvedimento, doveva essere divisa tra i 13 concessionari in proporzione al numero di Vlt posseduti alla data del 31 dicembre 2014. Questa volta si fa sul serio, avranno allora pensato in tanti. Tanto che anche all’Agenzia dei Monopoli (non sempre solerti con determine e decreti) hanno rispettato i tempi, conteggiando le apparecchiature riferite a ciascun concessionario e calcolando poi la relativa imposta. Il tutto entro i termini stabiliti: il 15 gennaio infatti è stato pubblicato il decreto, come definito dalla legge.
MAXI SCONTO
Fin qui, dunque, tutto bene. Peccato però che a scorrere il decreto si scopre qualcosa che non quadra. Come sollevato pochi giorni fa in un’interrogazione dal deputato di Scelta Civica Mariano Rabino, il concessionario Sisal Entertainment ha guarda caso ridotto le videolottery in suo possesso. Quando? Il 29 dicembre, esattamente due giorni prima del conteggio dei Monopoli. Difficile credere non sia una casualità. Ma, a prescindere da come la si veda, Sisal ci ha guadagnato e non poco: con la dismissione di ben 1800 videolottery delle 5600 possedute fino a qualche giorno prima, il concessionario – scrive il deputato nell’atto parlamentare – ha tratto “un vantaggio economico di almeno 2,5 milioni di euro”. Non certo bruscolini per un’azienda che, secondo il decreto dell’Agenzia, già dovrà versare alle casse pubbliche 45 milioni di euro. Uno sconticino niente male, dunque. Ma non è finita qui: secondo alcune indiscrezioni confermate a LaNotizia, Sisal starebbe sul punto di riacquisire le macchine dismesse. Insomma, le videolottery sarebbero state cedute giusto per il tempo del conteggio dei Monopoli. Tanto che Rabino avanza l’ipotesi non solo di comportamento scorretto nei confronti delle altre società concessionarie, ma anche di danno doloso all’erario.
I DUBBI RESTANO
Ovviamente sulla questione LaNotizia ha interpellato direttamente Sisal. “Guardi, siccome c’è un’interrogazione parlamentare preferiamo che risponda prima il ministero. Ovviamente noi siamo più che tranquilli, avendo agito in assoluta trasparenza”. Quanto questa risposta diradi o meno i dubbi e i sospetti, spetta al lettore dirlo. Certo è che ora la società sta riacquistando perlomeno parte dei macchinari, come confermatoci direttamente da Sisal, anche se, tengono a precisare, “sono altre apparecchiature, indipendenti da quelle sottratte”. Risposte amletiche, dunque. Ma, a proposito di Amleto, ai dubbi se ne aggiunge un altro ancora: sarà l’ennesimo caso che presidente dal 2010 di Sisal è il più volte ministro Augusto Fantozzi? Ai posteri l’ardua sentenza.
Tw: @CarmineGazzanni