Aria da resa dei conti nel Partito democratico. Diversi i punti sul piatto, dal Quirinale alla riforma elettorale. Con il timore di una scissione che si fa sempre più concreto dopo anche l’ultimo episodio delle primarie col “broglio” in Liguria e l’addio al veleno di Sergio Cofferati. In questo clima Matteo Renzi incontra i senatori del Pd. “Noi possiamo discutere ancora della legge elettorale ma non accettiamo ricatti da parte di nessuno”, afferma Renzi, “O si vota o ci teniamo il Consultellum”. Attaccato dalla minoranza del suo partito Renzi ha risposto: “Siete come un partito nel partito”.
La partita sul Quirinale resta in primo piano. Solo ieri Stefano Fassina della minoranza Dem è stato chiaro “L’atteggiamento del premier sulla vicenda, assieme alla norma «salva Berlusconi» nel decreto fiscale e alla chiusura sulle riforme, peseranno «notevolmente sulla scelta del nuovo presidente della Repubblica”. Tanto a sottolineare le distanze in casa democratica. La minoranza dem alza la voce e sfida Renzi sulla votazione sulla riforma elettorale, da martedì al Senato. La partita vera, spiegano dalla maggioranza Pd, deve ancora iniziare. Renzi ha annunciato che darà il nome del suo candidato non prima del 28 gennaio.