di Stefano Sansonetti
Una visita lampo, ma una partita economica a dir poco ricca e complicata. Non c’è che dire, le questioni sul piatto dei rapporti tra Italia ed Emirati Arabi Uniti sono numerose. E non potevano non fare capolino durante la visita del presidente del consiglio, Matteo Renzi. Ma accanto ai temi di discussione più ovvi, come la nuova Alitalia a “trazione” Etihad, ci sono aspetti più in ombra, di certo non meno rilevanti: dai rapporti di forza all’interno del Cda di Unicredit, il cui primo azionista è un fondo di Abu Dhabi, al futuro assetto di Aeroporti di Roma, da tempo nel mirino di diversi paesi del golfo, per finire con Saipem e Finmeccanica, che negli stessi Emirati hanno messo in cassaforte lucrosi contratti.
I NODI
Naturalmente, durante le due giorni, non poteva mancare il tema Alitalia. Dopo una trattativa lunga e faticosa, alla fine nella nuova Alitalia Sai è entrata con il 49% Etihad, la compagnia di bandiera degli Emirati. Il tutto con l’intento di riportare l’azienda in utile a partire dal 2017, dopo che dal 2008 ad oggi il vettore ha totalizzato qualcosa come 1,8 miliardi di perdite. Ma un capitolo importante dei rapporti tra le parti è rappresentato da Unicredit. La banca, guidata dall’Ad Federico Ghizzoni, ha un consiglio di amministrazione in scadenza, con l’approvazione del bilancio 2014. Si dà il caso che il primo azionista dell’istituto, con il 5,02%, sia il fondo emiratino Aabar, di base proprio ad Abu Dhabi. Il quale attualmente esprime nel consiglio della banca il vicepresidente, Luca Cordero di Montezemolo, e il consigliere Mohamed Ali Al Fahim. Ma non è una novità che da Abu Dhabi nei mesi scorsi siano giunti segnali dell’intenzione di voler contare di più negli organi di vertice dell’istituto di credito. Da qui la partita il cui finale verrà fischiato tra qualche mese. E’ appena il caso di ricordare, tra l’altro, che gli Emirati hanno dato il via libera anche alla manovra che ha portato sempre Montezemolo alla presidenza della nuova Alitalia “targata” Etihad. Tra l’altro nel mirino degli Emirati, in particolare dell’Abu Dhabi Investment Authority, potrebbe finire anche una quota tra il 20 e il 30% di Aeroporti di Roma, che tramite Atlantia fa parte della famiglia Benetton. Ma su Adr ci sarebbero anche le mire di Wren House, fondo del Kuwait.
I NOMI
Per capire poi gli argomenti oggetto di confronto può essere indicativo guardare i nominativi all’interno delle delegazioni che hanno assistito Renzi e il principe ereditario Mohammed Bin Zayed Al Mahyan. Agli incontri, come riportato dall’agenzia emiratina Wam, erano presenti anche Khaldoun Khalifa Al Mubarak, presidente dell’Agenzia per gli affari esecutivi ed ex numero uno di Mubadala, altro fondo basato ad Abu Dhabi, e Humaid Al Shammari, direttore esecutivo della divisione aerospazio dello stesso Mubadala. Con Renzi, oltre al viceministro degli esteri Lapo Pistelli, c’erano il consigliere diplomatico Armando Varricchio, il consigliere economico Marco Simoni, l’Ad di Eni, Claudio Descalzi, e il vicepresidente per gli affari internazionali del Cane a sei zampe, Pasquale Salzano. Ora, in casa Eni forti interessi negli Emirati Arabi riguardano Saipem, società controllata che si occupa di ingegneria e che nel paese arabo vanta diversi cantieri e centri di project management. La stessa Saipem che di fatto è sul mercato, con mire manifestate da diversi pretendenti, tra cui i russi di Rosneft. Anche se salgono le quotazioni della holding francese Technip, che con Saipem vorrebbe costituire un maxipolo dell’ingegneria. E sempre nel settore ingegneria negli Emirati ci sono forti interessi di Finmeccanica, per il tramite della controllata Fata Group. Infine chissà che nell’agenda di Renzi non abbia fatto capolino anche l’ambasciatore italiano negli Emirati Giorgio Starace. Come ampiamente raccontato da La Notizia, il diplomatico (fratello dell’Ad dell’Enel Francesco Starace) è stato accusato dall’ex capo dei nostri servizi segreti ad Abu Dhabi, Paolo Costantini, di aver in qualche modo favorito la latitanza dell’imprenditore Amedeo Matacena. Vicenda finita al vaglio della procura di Reggio Calabria.
Twitter: @SSansonetti