“Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale”… cantava Enzo Jannacci in uno dei suoi brani più celebri (“Vengo anch’io. No, tu no!” del 1968), e c’erano proprio tutti, questo pomeriggio alla basilica di Sant’Ambrogio, per dare l’ultimo saluto al “dottore della musica italiana”. Vecchi amici come Adriano Celentano, Renzo Arbore, Cochi e Renato, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Eugenio Finardi e Roberto Vecchioni, e giovani che da lui hanno imparato tanto come Morgan, Fabio Fazio, Luca e Paolo; rappresentanti delle istituzioni come il presidente della Regione Roberto Maroni e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e tanta gente comune, tra i quali anche diversi senzatetto ai quali aveva dedicato una delle sue piu’ belle canzoni (“El purtava i scarp del tennis”), hanno voluto essere presenti al funerale di Enzo Jannacci. Presenti i gonfaloni di Regione, Provincia e Comune, oltre a quello del Milan, squadra di cui Jannacci era tifoso.
“Un cantante che passerà alla storia e che è stato capace di far emergere la tenerezza di una Milano che forse non c’è piu'”, ha ricordato Eugenio Finardi prima della cerimonia, mentre secondo Roberto Vecchioni, “Jannacci è stato probabilmente il cantante che ha saputo interpretare meglio di qualsiasi altro una città come Milano, come lui ce ne sono stati solo due o tre nella canzone italiana”.
Il suono degli strumenti di una banda ha accompagnato l’uscita della bara di Enzo Jannacci dalla basilica di Sant’Ambrogio dove si sono conclusi i funerali.
L’uscita del feretro, come l’ingresso, è stata accompagnata anche da un lungo applauso e da momenti di commozione. La salma del cantautore sarà sepolta al Famedio al cimitero monumentale di Milano.
26/11/2024
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