La guerra del Contact Center per una torta da 90 milioni

di Stefano Sansonetti

Tecnicamente si chiama accordo quadro. Ma i soldi sul piatto, e gli interessi in gioco, promettono scintille tra i pretendenti come in ogni maxiappalto pubblico che si rispetti. In ballo c’è la fornitura di servizi di contact center per la pubblica amministrazione.
La torta vale 90 milioni di euro, particolarmente ambiti se solo si va ad analizzare l’andamento piuttosto “tortuoso” seguito sinora della procedura.
L’organizzazione è stata predisposta all’inizio dell’anno dalla Consip, la centrale acquisti del ministero dell’economia oggi guidato dall’uscente Vittorio Grilli.
E già qui il susseguirsi degli interventi in corso d’opera la dice lunga sull’attenzione che circonda la fornitura. L’indizione dell’accordo quadro, che serve a individuare gli operatori con cui successivamente le singole amministrazioni firmeranno contratti specifici, risale al 23 gennaio del 2013.
Il 14 febbraio arriva la prima errata corrige, che porta a ritoccare qualche contenuto della procedura. Il 22 febbraio gli operatori fanno arrivare una prima richiesta di chiarimenti. Il 12 marzo ancora un’errata corrige e una seconda richiesta di chiarimenti.
Il 14 marzo ecco spuntare la terza tranche di chiarimenti. Il 19 marzo scatta una proroga per la ricezione delle offerte, accompagnata dall’ennesima errata corrige e da ulteriori chiarimenti. Questi ultimi si rendono ancora necessari il 27 marzo.
E qui ci si ferma, almeno per il momento, in attesa del termine ultimo per la ricezione delle offerte, che per ora è stato fissato al 3 aprile.
Inutile dire che l’affastellarsi nervoso di chiarimenti, correzioni e proroghe è indice di un’attenzione che ha già raggiunto il livello massimo. Anche perché i potenziali concorrenti sono tutti i grossi calibri del settore e dell’Ict in generale.
Tanto per fare qualche esempio, le passate edizioni della stessa procedura Consip hanno visto prevalere spesso Telecom, gruppo oggi guidato da Franco Bernabé.
Ma negli appalti pubblici per servizi di contact center, anche in quelli non transitati per la Consip, di frequente sono saltati fuori big come Poste, Almaviva (presieduta da Alberto Tripi), Elsag Datamat (del gruppo Finmeccanica), gli inglesi di British Telecom e gruppi come Gepin.
Naturalmente la procedura è ancora in corso.
E fino alla scadenza del termine ci possono sempre essere nuovi operatori pronti a inserirsi. Di sicuro la battaglia è annunciata.
Per entrare più nel dettaglio, il capitolato tecnico spiega che oggetto della fornitura sono quei servizi di contact center “per consentire alle pubbliche amministrazioni di istituire o implementare dei centri di contatto, con accesso multicanale integrato, tipicamente utilizzati per fornire ai cittadini, dipendenti o altri utenti coinvolti, informazioni e servizi riguardanti differenti tematiche”. Fornitura delicata, come si vede, i cui 90 milioni di valore non sono certo passati inosservati.

 

@SSansonetti