Città impazzite nel traffico, pendolari bloccati e cariche della polizia. Lo sciopero della Camusso è andato in scena con il solito copione, compreso l’inutile risultato. Oggi è un altro giorno e sebbene il premier ieri abbia confermato tutto il suo rispetto per la piazza, le manifestazioni sono già belle che archiviate. Così come il Job Act, d’altronde, ormai approvato e dunque impossibile da modificare con una mobilitazione arrivata a tempo scaduto. Perciò a cosa è servito – o perlomeno a cosa doveva servire – paralizzare il Paese? Nessuno lo ammette, ma l’obiettivo era saldare il nucleo della nuova opposizione di governo. Sinistra Pd, Sel e comunisti di ogni tribù, sotto l’ombrello del sindacato stanno tentando di farsi partito. Comprensibile, visto che Renzi non lascerà spazio nelle liste dei democratici, mentre Vendola e tutti gli altri alleati messi insieme valgono percentuali elettorali vicine allo zero virgola. Operazione riuscita? Mica tanto visti i fischi degli stessi scioperanti a D’Alema. E considerata la scarsa adesione allo sciopero, che getta la maschera sulla reale consistenza di questi sindacati, alla fine il flop è totale. Con mosse così Renzi può stare tranquillo per anni.
L'Editoriale