di Stefano Sansonetti
Inserito nei gangli più importanti del mondo delle cooperative rosse. Al punto che il suo gruppo è entrato a far parte di uno dei consorzi più rilevanti della Legacoop, in grado negli ultimi anni di aggiudicarsi addirittura maxiappalti del ministero dell’economia per attività da svolgere su tutto il territorio nazionale. Al centro della scena ci sono gli incarichi di Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa “29 giugno”, secondo le accuse il “ministro dell’economia” di quella cupola mafiosa romana su cui si è concentrata l’attenzione della procura di Roma. Un’organizzazione criminale a capo della quale, secondo le ipotesi investigative, ci sarebbe l’ex boss dei Nar Massimo Carminati, arrestato nei giorni scorsi. Il fatto è che Buzzi sembrerebbe inserito in una dimensione anche più grande di quella “semplicemente” romana.
IL PERIMETRO
Si dà infatti il caso che la principale realtà del suo gruppo, ovvero quella cooperativa sociale “29 giugno” che si occupa di manutenzione aree verdi, gestione rifiuti, gestione centri di accoglienza, e servizi di pulizia, sia associata nientemeno che al Cns. Quest’ultimo è il Consorzio nazionale servizi, sede a Bologna, uno dei pilastri della Legacoop presieduta fino a non molto tempo fa dall’attuale ministro del lavoro, Giuliano Poletti. Ebbene, la “29 giugno” compare tutt’ora nella lista degli aderenti al Cns. Per carità, nel Consorzio trovano spazio tante cooperative, ma il rilievo assegnato a Buzzi è dimostrato anche dal fatto che occupa un posto nel consiglio di sorveglianza dello stesso Cns. Il Consorzio, negli ultimi anni, ha portato a casa fior di appalti nazionali assegnati dalla Consip, la società del ministero dell’economia, da poco retto da Pier Carlo Padoan, che si occupa di approvvigionamento di beni e servizi per la Pa. E le cifre che ballano sono enormi, da far impallidire le commesse di ambiente romano. Tanto per far qualche esempio, lo scorso 12 settembre la Consip ha assegnato a un raggruppamento con dentro il Cns un lotto geografico (Toscana) del valore massimo di 77 milioni di euro di un maxiappalto per il “Servizio integrato energia”, in pratica tutta una serie di attività di manutenzione degli impianti energetici degli immobili pubblici. In una delle precedenti edizioni del bando, risalente al 2011, il Cns aveva fatto di meglio, mettendo le mani su quattro lotti geografici (complessivamente coprivano Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Marche, Abruzzo, Molise e Campania), per un valore massimo di 150 milioni di euro.
LE ALTRE FETTE
Il 13 settembre del 2013 sempre la Consip ha assegnato a un raggruppamento con dentro il Cns 4 lotti (Sardegna, parte del Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Valle D’Aosta, Piemonte e Liguria) di un maxiappalto per i servizi di pulizia degli edifici scolastici. Qui addirittura il valore massimo arriva a 415,3 milioni di euro. Il 25 maggio del 2012 è stata la volta di un lotto (Lazio e Sardegna) assegnato a un raggruppamento con Cns per servizi di manutenzione generale degli edifici pubblici (facility management). In questo caso il “bottino” massimo è di 52 milioni di euro. Insomma, il Cns di Legacoop è una macchina da guerra. E la “29 giugno” di Buzzi ci si è inserita alla grande. Per carità, gli appalti vengono divisi tra i vari aderenti al Consorzio. Ma che Buzzi faccia grande affidamento sulle commesse affidate al Cns è confermato dal bilancio 2013 del suo gruppo. In un passaggio chiave si legge che “i nostri rapporti con Cns sono sempre eccellenti e tramite il Consorzio abbiamo potuto concorrere e poi acquisire importanti commesse con importanti risultati economico-occupazionali per il nostro gruppo”. Del resto lo stesso bilancio dice che per il gruppo di Buzzi il 2013 è stato un anno d’oro, con un fatturato di 60 milioni di euro e un patrimonio che ha raggiunto i 16,4 milioni. Ieri il Cns ha fatto sapere di voler espellere Buzzi dal Consiglio di sorveglianza.
Twitter: @SSansonetti