Roma controllata con metodi mafiosi. Con la politica succube degli stessi manager che nominava. Un sistema di potere che ha espropriato la città di immense risorse, e ha messo in mano ai comitati d’affari quei servizi che infatti non funzionavano mai. L’inchiesta della Procura squarcia un velo su questi anni bui, ci mostra come Destra e Sinistra sono ormai due facce di una stessa medaglia: un conglomerato di interessi che ha asfissiato la cosa pubblica. Portatori d’acqua, lobbisti e boss elettorali hanno proliferato come parassiti nel corpaccione di una politica che diventava sempre più debole. E alla fine hanno badato al sodo: assaltare la diligenza. Il quadro che emerge è clamoroso, e sinceramente non troppo sorprendente per chi osserva la città. Provare il coinvolgimento personale di tutte le persone arrestate o indagate non sarà facile e magari alla fine qualcuno riuscirà a dimostrare di essere finito ingiustamente nel tritacarne. Ma a un’evidenza non si scappa: la politica che permette un tale scempio ha fallito, perché non ha saputo quantomeno vigilare. E alla fine ha tradito i suoi elettori, diventando sempre più difficile da redimere.
L'Editoriale