di Matteo Vale
Amici assunti come consulenti. Il tutto mentre i precari storici rischiano il posto a causa dei tagli. In mezzo, un poco trasparente legame con la Fondazione Nuova Italia del sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Parliamo dell’Inea, l’Istituto nazionale di economia agraria, ente pubblico che secondo una denuncia del sindacato Usb ha annunciato tagli imminenti per 300 mila euro, “il tutto a completo discapito del personale precario”. Nell’immediato sarebbero 7 i ricercatori precari, storici e qualificati, che rischiano di ritrovarsi per strada. Ma si parla di un totale di 20 persone nei prossimi mesi. Se la storia si fermasse qui, saremmo di fronte all’ennesimo taglio ai costi degli enti pubblici imposto dalla crisi economica.
Una situazione che riguarda innumerevoli realtà e istituti di ricerca, tanto da non far quasi più notizia.
La faccenda, invece, diventa più torbida se si considera che proprio a fronte dei tagli annunciati, come denuncia ancora l’Usb, l’ente porta avanti una politica basata su consulenze esterne “che costavano 5 milioni di euro fino all’anno scorso, ‘riducendosi’ a un milione e mezzo quest’anno”. Come dire che le consulenze esterne costano 5 volte di più dei tagli annunciati.
Perché l’Inea non si avvale dei suoi ricercatori ‘interni’? Claudio Argentini, membro del coordinamento nazionale Usb P.I., afferma senza mezzi termini che “il responsabile dei licenziamenti è il direttore generale dell’Inea Alberto Manelli, nominato da Alemanno quando l’attuale sindaco della capitale era ministro dell’Agricoltura. Lo stesso Manelli spende 5 milioni di euro – prosegue Argentini – per consulenze di personale esterno, fra cui molti con specializzazioni non inerenti all’economia agraria”.
Chi sono questi consulenti? E’ qui che entra in campo la Fondazione Nuova Italia del sindaco Alemanno. Manelli, oltre a essere dg all’Inea, è uno dei consiglieri della Fondazione.
E proprio dalla Fondazione di Alemanno sarebbero stati pescati questi consulenti: “Ci domandiamo quale ruolo giochi la Fondazione Nuova Italia – denuncia Argentini – dalle cui fila proverrebbero alcuni dei consulenti reclutati dall’Inea, fondazione presieduta dal sindaco Alemanno e di cui Manelli è membro del comitato scientifico”.
A domanda diretta sulle ombre evidenziate dal sindacato, l’ufficio stampa di Inea risponde con un lungo comunicato stampa, nel quale nega tutto.
Pertanto ciò a cui fa riferimento il comunicato dell’Usb è la prevista imminente scadenza di alcuni contratti di ricerca per i quali non è possibile la proroga a causa del termine dei relativi progetti di ricerca”.
Anche sulle questioni delle consulenze esterne, poi, il comunicato si appella alle definizioni, ma è meno chiaro sulla sostanza.
La consulenze vere e proprie avrebbero da bilancio un tetto massimo di 99 mila euro. Allo stesso tempo, però, l’ente ribadisce che “per lo svolgimento dell’attività di ricerca conferisce unicamente incarichi di collaborazione, sia a personale specializzato, sia, relativamente a attività il supporto tecnico/amministrativo ai progetti di ricerca, a personale diplomato (la normativa di comparto prevede infatti espressamente la possibilità per gli enti di ricerca di affidare incarichi anche in assenza di specifiche specializzazioni qualora l’incaricato debba svolgere mera attività di supporto)”.
Infine “il Direttore Generale dell’Inea Alberto Manelli non è stato nominato da Alemanno ma dal Consiglio di amministrazione dell’ente e riconfermato, per il suo secondo mandato, dal Consiglio di amministrazione dell’ente, diverso dal precedente e nominato dal governo Prodi”.
Resta il fatto che l’ente pubblico fa riferimento al ministero dell’Agricoltura, e che ai tempi della nomina di Manelli il ministro era proprio Gianni Alemanno. Difficile non leggere una correlazione tra le due cose.
E’ sempre l’Inea, infine, a precisare che “l’unico incarico che risulta conferito dall’Inea ad un soggetto appartenente alla Fondazione Nuova Italia è un incarico per acquisizione di diritto d’opera (e non una consulenza).
Non è la prima volta che le vicende della Fondazione Nuova Italia vanno a intersecarsi con quelle dell’Inea: aveva già destato sospetti la nomina dei membri di quello che dovrebbe essere l’Organismo indipendente di valutazione dell’ente.
Si tratta di Ida Mirandola, Fabrizio Pescatori e Giovanni Succio.
La prima, secondo quanto denuncia il sito romacapitale.net, sarebbe la moglie di Francesco Biava, già capo della segreteria di Alemanno ai tempi del ministero.
Pescatori, invece, è uno dei sindaci della Fondazione Nuova Italia.
Insomma, personalità non proprio prive di ‘conflitto di interessi’ a capo di un organismo di valutazione dell’ente che, già nella sua definizione, dovrebbe essere ‘indipendente.