di Lapo Mazzei
Vista la giornata, con l’agenda fitta di appuntamenti come non mai, si prima farebbe prima a dire chi è che non ha visto oggi il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Evidentemente i conti dello Stato e la resa dei conti interna al partito lo tengono in agitazione. Eppure un solo nome ha riempito i taccuini dei cronisti, scatenando la fantasia dei retroscenisti. Un insolito mercoledì novembrino, dalla temperatura primaverile, ha mandato in scena l’ennesimo faccia a faccia fra il premier e Silvio Berlusconi. Come se le sorti dell’Italia dipendessero soltanto da loro. Certo, è pur vero che il rendez vous di Palazzo Chigi ha segnato la ripresa del dialogo tra Matteo e Silvio. Un discorso amoroso che si era interrotto, ma mai spezzato, nelle scorse settimane attorno al nodo della legge elettorale.
LEGGE ELETTORALE
Il nuovo faccia a faccia, che ha avuto la forma di una colazione di lavoro, è stato tutto incentrato sulle regole d’ingaggio per le urne. Due ore di colloquio alle quali hanno partecipato, a fianco di Berlusconi, anche Gianni Letta e Denis Verdini, dimostrando come il conterraneo di Renzi non sia stato messo alla porto dopo i nuovi guai giudiziari. Questi, a quanto pare, i temi messi sul tavolo dal premier per ridare forma alla trattativa: soglia d’ingresso al 5% e innalzamento del premio di maggioranza al 40%. Durante una pre riunione della mattina dei vertici del Pd, gli esponenti dem hanno ragionato sulla possibilità di introdurre le preferenze. L’ex premier, invece, avrebbe chiesto garanzie sulla possibilità di poter scegliere comunque una quota di candidati, ma non è detto che passi il sistema dei capolista bloccati.
IL PIANO DETTAGLIATO
A delineare meglio il quadro del Nazareno aggiornato e rivisto ci prova il ministro Maria Elena Boschi, vera ombra del premier. Per la titolare del dicastero delle Riforme la soluzione dei capilista bloccati e del resto degli eletti scelti con le preferenze non sarebbe “a rischio costituzionalità” ma in ogni caso la possibilità di eleggere solo il 30% dei parlamentari con la “lista bloccata e il 70% con le preferenze è un’ipotesi”. E siccome questo è una delle modifiche più controverse da apportare all’Italicum, la sua indicazione diventa una traccia seria. Secondo alcuni osservatori, infatti, introdurre il capolista bloccato e le preferenze per la scelta degli altri eletti comporterebbe un Parlamento fatto al 70% da “nominati” e con solo il 30% scelto dai cittadini, rischiando di incappare in una bocciatura al momento del vaglio di costituzionalità. Il ministro ha confermato che si ragiona su un meccanismo che “ribalti queste percentuali”. “E’un’ipotesi che dobbiamo valutare insieme agli alleati”, dice la Boschi. Quanto alle altre modifiche il ministro ha confermato i contenuti della proposta che Renzi avrebbe avanzato nell’incontro con Berlusconi: “Non ho partecipato all’incontro, ma noi proponiamo il premio al 40% e ipotizziamo una soglia di accesso al 5%”.