di Rosa Mancini
Ennesima esecuzione da parte dello Stato Islamico. Questa volta, in una piazza pubblica ad est della Siria, nei pressi con l’Iraq, sono stati decapitati quattro civili in quanto membri della tribù degli Shaitat (una tribù sunnita che in passato era stata accusata di essere in collaborazione con il regime di Damasco). E solo nello scorso agosto circa altri 700 Shaitat erano stati uccisi, ed una gran parte di essi erano stati decapitati.
IL REPORTAGE
Intanto un reportage del New York Times avrebbe fatto luce su alcuni dettagli della prigionia e delle torture inflitte agli ostaggi americani James Foley e Steve Sotloff, e gli attivisti David Haines e Alan Henning prima della loro esecuzione da parte dell’Isis. Il quotidiano spiega che i quattro detenuti di Usa e Gb venivano scelti per le peggiori torture perche’ Washington e Londra non pagavano i riscatti, al contrario degli europei. Tra le forme di tortura anche il ‘waterboarding’, il quasi annegamento praticato sui prigionieri nel campo di detenzione americano di Guantanamo. Era talmente temuto dagli ostaggi che i loro compagni di cella erano sollevati nel vederli rientrare ricoperti di sangue, dopo l’incontro con i carcerieri. Secondo alcuni ex ostaggi, invece Foley si sarebbe convertito all’Islam in seguito alla cattura: “recitavo il Corano con lui. Altri l’avrebbero fatto per ottenere un trattamento migliore, ma lui ci credeva davvero”, avrebbe affermato Jeojen Bontinck, ex combattente belga che aveva condiviso la cella con Foley per tre settimane.