di Franco Rossi
Finita l’esperienza alla Regione Lazio, si spera di ritornare tutti a casa. Al sindacato. La grande famiglia di Via Margutta non abbandona mai chi con impegno e dedizione si è immolato per la causa, chi ha contribuito in maniera determinante a vincere le regionali del 2010, contro Emma Bonino e contro l’esclusione della Lista del Pdl.
Chi è rimasto fino all’ultimo negli uffici di Via Cristoforo Colombo a difendere la posizione, potrebbe avere buone probabilità di essere assunto. Quando una legislatura finisce la preoccupazione maggiore per i contrattisti fiduciari è trovare velocemente un’altra occupazione.
Se possibile, grazie alla politica, a tempo indeterminato.
Qualcuno è riuscito a collocarsi nelle varie società collegate della Regione come Lazio Service, Sviluppo Lazio, Cotral, perfino nelle aziende sanitarie locali che pur essendo in gravi difficoltà economiche non mancano di posti disponibili. Eppure, i disoccupati potenziali rischiano di essere numerosi. Questo non vale per chi è riuscito a piazzarsi comodamente, come Leonardo Catarci, ex capo della Comunicazione durante la Giunta Polverini, nominato in extremis consigliere di amministrazione della Fondazione Cinema per Roma.
Non tutti però riescono a essere così fortunati, si cerca però di accontentare chiunque. Anche chi non è inquadrato nel sistema ma ha dimostrato spiritodi fedeltà e abnegazione.
Così anche per i casi più difficili da risolvere c’è sempre la casa madre, il Sindacato. L’ex assessore al Bilancio, Stefano Cetica, molto probabilmente tornerà a fare il presidente del Centro studi Ugl o in alternativa, si dice che verrà creato un ufficio apposito in grado di gestire i rapporti tra confederazione e politica, incarnata dalle neo deputata del Pdl, Renata Polverini.
L’ex capo di gabinetto dell’ex governatrice, Giovanni Zoroddu, è stato di fatto già reintegrato nella sede di Via Margutta.
La stanza e lo stipendio non sono all’altezza della Giunta, ma chi si accontenta gode. Anche Salvatore Ronghi, ex segretario generale della Regione, uscito malconcio dall’esperienza delle ultime elezioni politiche, presumibilmente non verrà certo lasciato a piedi.
Difficile adattarsi: si ritrova a rinunciare improvvisamente a 200 mila euro l’anno di stipendio e potrebbe non sopportare un cambiamento di vita così eccessivamente al ribasso. All’Ugl non c’è mai stato un ufficio legale, ma qualche causa per l’avvocato Bologna non sarà poi così difficile da affidare.