di Stefano Sansonetti
Non c’è che dire, sembra proprio che il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, non abbia voluto lasciare indietro nessuno. Per carità, non è certo l’unico esponente governativo a riempire i suoi uffici di collaboratori che con il tanto sbandierato merito non c’entrano un fico secco. Ma fa una certa impressione andare a vedere che cosa hanno combinato a via Arenula in questi mesi. Già, perché tra i personaggi che il dicastero ha recuperato spunta fuori di tutto, persino una hostess. Basta farsi un giro all’interno della lista dei 13 profili reclutati dal ministero della giustizia negli uffici di diretta collaborazione di Orlando e sottosegretari.
LA SITUAZIONE
Tra i nomi più in vista c’è quello di Roberto Rao, storico portavoce dell’allora presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ed ex deputato dell’Udc. “Poltronaro” di livello assoluto, Rao non era riuscito a rientrare in parlamento alle ultime politiche. Niente paura, però, perché i meccanismi di risarcimento e ripescaggio sono stati immediatamente azionati. E così ecco che il ministro Orlando, dal 18 marzo 2013, lo ha nominato suo “consigliere economico e finanziario”, con un compenso annuale lordo di 46.253 euro. Del resto non era proprio possibile non confermare nel ruolo di consulente il più casiniano dei casiniani. Rao, infatti, era già stato collaboratore dell’ex ministro della giustizia Annamaria Cancellieri, che lo aveva nominato “consigliere per le tematiche sociali e della devianza”. Non c’è dubbio, devono essersi detti al ministero: tra tematiche sociali e devianza da una parte, e argomenti economico-finanziari dall’altra, c’è una strettissima connessione. Dopodiché, ciliegina sulla torta, ci ha pensato anche il Tesoro a fornire una sistemazione all’instancabile Rao, nominandolo nel consiglio di amministrazione delle Poste. Domanda sommessa: tutto questo c’entra qualcosa con il “merito” decantato dal premier Matteo Renzi nel suo hashtag #cambiaverso? Vai a sapere. Di certo lo stesso quesito può essere posto per Sara Toracca. Nella lista dei 13, a partire dal 27 marzo scorso, il suo nome compare come “collaboratrice della segreteria” del sottosegretario Cosimo Ferri, per un compenso di 26.318 euro. Dal suo curriculum si apprende che dal febbraio al maggio 2013 ha lavorato come segretaria amministrativa presso una società di franchising nella ristorazione. In precedenza ha avuto un’esperienza come hostess in una società di Bologna che organizza eventi. Ma viene anche fuori che tra il 2010 e il 2011 è stata impiegata in un hotel di Roma dove si è occupata di “gestione delle prenotazioni”. Cosa ha a che fare tutto questo con il ministero della giustizia? Risposta come minimo ostica.
GLI ALTRI
Altro caso in evidenza è quello di Michele Fina. Si tratta, a ben vedere, di un riciclato storico dell’attuale ministro della giustizia. Ex assessore alla provincia dell’Aquila, Fina era stato trombato alle ultime elezioni politiche, ma subito dopo recuperato come capo segreteria di Orlando quando quest’ultimo guidava il ministero dell’ambiente. Con il passaggio a via Arenula, in un certo senso, Fina è riuscito a mantenere lo strapuntino, visto che anche lui figura nella lista dei collaboratori della segreteria di Orlando incassando 26.318 euro l’anno.