Di Antonello Di Lella
Finiscono in Procura gli sconti sugli accessi nelle zone a traffico limitato concessi dal Campidoglio ai cittadini dello Stato di Città del Vaticano. Mentre per i cittadini romani non c’è stata alcuna pietà, con i pass d’accesso alle Ztl in alcuni casi quintuplicati. Con la delibera di Giunta numero 244, approvata l’8 agosto scorso, il Campidoglio ha deciso di concedere alcuni benefici alle Forze di Polizia e alla Città dello Stato del Vaticano e del Vicariato fissando l’importo unitario per il rilascio del permesso di solo transito, sia per il rilascio del permesso di circolazione e sosta, al prezzo unitario di 56,38 euro. Tariffa unitaria per tutti i tipi di veicoli, e non come stabilito precedentemente variabile a seconda della cilindrata. Se pensiamo che il costo dei pass oscillava tra i 250 e i 350 euro, quello previsto è davvero un bello sconto. Di cui usufruiranno anche i rappresentanti delle Forze dell’ordine che invece da tariffe dai 266 ai 366 euro ora pagheranno tra i 76 e i 181 euro. Così circolare a Roma non costa per tutti allo stesso modo. Almeno fino alla prossima puntata che dovrebbe arrivare già nella giornata di domani quando i giudici amministrativi del Tar del Lazio si esprimeranno sulla legittimità degli aumenti delle tariffe per le Ztl. Più in là verrà giudicato anche il salasso sulle strisce blu. Rincaro sui parcheggi nella Capitale che è già partito in alcune zone della città con tariffe aumentate anche del 50% e con la stroncatura delle tariffe agevolate giornaliere e mensili.
Fiumi di carte bollate
Un rientro molto amaro dalle vacanze quello di chi lavora a Roma e utilizza la propria vettura per recarsi a lavoro. Una protesta che esplode attraverso le associazioni di categoria con il Codacons che ha già presentato un esposto in Procura contro la Giunta capitolina perché il provvedimento dei pass scontati, secondo l’associazione, potrebbe configurare “un abuso d’ufficio nello svolgimento delle proprie funzioni, oltre ad aver procurato ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale”. L’associazione dei consumatori rileva nel comportamento dell’amministrazione “un comportamento contrario ai principi tutelati dall’articolo 97 della Costituzione che impone l’imparzialità della pubblica amministrazione”. Passando più dettagliatamente agli sconti di cui potrebbero usufruire i cittadini del Vaticano, il Codacons tira in ballo l’articolo 8 della Costituzione “tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge, poiché accordare agevolazioni esclusivamente allo Stato Vaticano potrebbe equivalere a creare disparità sul fronte del credo, sancendo una superiorità del culto cattolico rispetto alle altre confessioni parimenti riconosciute”.
Nervi tesi
Un provvedimento non certo popolare che rischia di incrinare ancor di più il rapporto del sindaco di Roma, Ignazio Marino, con i suoi cittadini. Già non proprio idilliaco. Mentre tra gli oppositori politici alza il tiro proprio l’ex sindaco, Gianni Alemanno: “Questi aumenti rappresentano l’ennesimo schiaffo in faccia ai romani dato dall’amministrazione Marino, che nel bilancio previsionale approvato ad agosto ha ben pensato di far gravare sulle tasche dei romani la propria incapacità di prevedere una strategia a lungo termine per la nostra città con la demonizzazione delle auto. Ci auguriamo”, conclude Alemanno, “che il Tar accolga il ricorso. In caso contrario lanceremo una grande mobilitazione”.